29 agosto 2009

- La Parola


Mi piace di iniziare lo svolgimento di questa tematica riportandomi al latino ”parabola” che a sua volta è di derivazione greca ( parabolé ) con il significato di “ mettere a lato per comparazione “. Dunque nel termine italiano di parola si racchiude un intellettivo intendimento allegorico con cui trarne una analogia e su cui intendere una realtà di ordine diverso o meglio nuovo. Ogni parola se usata con impegno, è un simbolo nel senso più esteso ed in essa ciascuno può scoprire un significato ( realtà precisa, fissa, cristallizzata ) oppure una significanza ( realtà tutta da scoprire ). Nel mondo astratto la parola - mito - esprime una creatività dativa sia del parlante sia dell’udente.
DEL LINGUAGGIO SIMBOLICO
Il mondo esoterico utilizza la parola-simbolo, allora l’Azione diventa Rito e l’Iniziato ripercorre un iter, fatto di parole e atti, che evocano un Mito che si proietta in un tempo astorico; così l’Iniziato abbandona il contingente per entrare nel tutto. L’Iniziato nella sua dimensione Microcosmica si commisura nella dimensione Macrocosmica, ritrovando l’Ordine Universale delle cose. Ora la parola ci porta a trasmettere l’intuizione in cui lo Spazio & Tempo dei mortali si annullano lasciando aperta la visione di una realtà dell’ordine, dell’infinito e dell’eternità. Ora la parola non è più discorsiva ma creatrice.
Un esempio tipico di questo atteggiamento intellettivo viene espresso da Paracelso, medico-alchimista che dice: “ quando l’uomo pensa al fuoco egli è fuoco, quando pensa alla guerra egli è guerra”. Il grande alchimista del XVI secolo con le poche parole di cui sopra fa coincidere il Soggetto con l’Oggetto, il Pensante con il Pensato, ottenendo una risultanza lessicale in cui il verbo, che esprime azione, fa dell’Uomo un creatore.
Ancora Paracelso, in uno dei suoi difficili scritti dice: “ io fuori dal mio laboratorio sono sotto a Dio, io nel mio laboratorio ( ho ) Dio sotto di me.

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