30 agosto 2012

- Entropia



Ordine dal caos e viceversa. L'entropia si può definire come il tasso di informazione (o di incertezza) di un "sistema" nel tempo. E un sistema caotico ha entropia positiva, ovvero è sempre portatore di nuove informazioni.
Non esiste una definizione unica di entropia. L'entropia in termodinamica ha un significato, e viene associata al concetto di disordine, nella teoria del caos non si parla mai di disordine e l'entropia assume un significato ben diverso, ed in altre discipline altri significati ancora.
Ho scritto una breve storiella per chiarire bene ciò che sto dicendo.
La stanza di Nathalie
C'è la stanza di una ragazzina, un pò di viola sui capelli, che merita una riflessione. Apri la porta e vedi oggetti sparsi dovunque: biancheria, scarpe, libri, cd, borse, t-shirt, gonne, pantaloni, felpe, calze, fogli scritti e non scritti, e tant'altro ancora. Che confusione, che disordine, che caos!!
Ma non è proprio così. Lei in tutta questa complessità si capisce, si orienta, si gira, si rigira, le è tutto familiare, si sente a casa. Tutto questo non è disordine: è semplicemente un ordine complesso. Siamo ai confini tra ordine e disordine, ma ci si capisce. Se arrivasse qualcun altro, magari un ladro, e buttasse tutto all'aria alla rinfusa, senza criterio, allora sì il disordine sarebbe creato, ma questa è un'altra storia (e anche su questo punto si potrebbe smontare il concetto illusorio di disordine, entrando nella testa del ladro).
Nell'ufficio che uso ci sono fogli e cartelle sparsi ovunque, libri su ogni ripiano accatastati senz'ordine apparente, cassetti pieni di oggetti uno sopra l'altro che danno forma a qualcosa molto lontana da cubi o parallelepipedi. Eppure se cerco una cosa la trovo subito (o quasi): nel mio ordine mi oriento, è complesso e semplice allo stesso tempo. E quanta informazione è contenuta nella stanza di Nathalie!!!
Ciò che sta sotto è stato preso in mano probabilmente prima di ciò che sta sopra, e ancora si può ricostruire un pezzetto della sua vita, i suoi movimenti, le sue scelte, la sua creatività. Ogni oggetto nella stanza ci comunica qualcosa, è una fotografia della dinamica non lineare con la quale è finito lì; ogni cosa, come è messa e dove è messa, è un'informazione in più. Questa stanza ha a che fare con il caos (caos deterministico, strutturato, in cui ci sono delle regolarità), e un sistema caotico in quanto tale ci dà continuamente delle informazioni, è qualitativamente interessante.
Tali informazioni vengono solitamente associate all'entropia. Un sistema caotico ha entropia positiva, il che significa che ci dà continuamente sempre nuove informazioni. Una stanza in perfetto ordine, ferma, immobile, senza un dito di polvere, dove ogni cosa è precisamente al suo posto, è una stanza lineare, statica, morta, priva di dinamiche, senza vita.
Lì il caos non esiste, non c'è movimento, non riceviamo nessuna informazione: l'entropia è uguale a zero.
In che relazione sono entropia ed informazione? L'entropia si può definire come il tasso di informazione (o di incertezza) che può dare un "sistema" nel tempo. Una stanza ordinata e meticolosamente pulita, non dà nessuna informazione nel tempo, perchè è sempre uguale, sempre perfetta. Se non venisse pulita, si formerebbe la polvere, e allora dalla quantità della polvere sulle superfici si potrebbe ad esempio dedurre l'informazione "da quanto tempo non viene pulita".
La stanza di Nathalie presenta entropia positiva, perchè dà un sacco di informazioni, nel senso che visitandola, ad esempio ogni giorno, cambia continuamente di aspetto. Questo vuol dire anche che c'è incertezza: per quanto accurate siano le nostre osservazioni, le nostre misurazioni, la nostra attenzione ai più minimi dettagli, non potremo mai prevedere come sarà domani la stanza di Nathalie.
Lei, attraverso l'uso che fa della sua stanza, ci dà continuamente nuove informazioni. Il giorno dopo può decidere di cambiarsi d'abito, lo cercherà fino a trovarlo, sparpagliando tutti i vestiti che troverà nel corso della sua ricerca, e gli stessi vestiti come saranno distribuiti nello spazio? E come cadranno dalle sue mani?
Lanciati, appoggiati, fatti volare? E se lascia la finestra aperta quando c'e' vento fuori come muterà ancora la disposizione di tutto ciò che si trova all'interno della stanza? In questo senso c'è entropia positiva: ci sono sempre informazioni nuove nel tempo, non si finisce mai di imparare, ovvero c'è incertezza continua nel senso che non si possono fare previsioni sulla stanza stessa rispetto al trascorrere del tempo.
La stanza caotica di Nathalie ci insegna però che nell'irregolarità, nell'apparente disordine c'è un ordine nascosto (benché complesso e difficile da capire), e tale complessità ci fornisce delle informazioni.
Le informazioni, ad esempio, che si possono trarre nei comportamenti complessi di cuori in subbuglio sono oggetto di studio e ricerche, danno un valido contributo nel campo della defibrillazione (quella pratica che si fa con una macchinetta dando degli shock elettrici a un corpo inerte per far riprendere un battito regolare, ovvero caotico, al cuore) per la prevenzione e cura degli infarti.
Per di più, nella teoria del caos, esistono diversi modi per definire l'entropia: c'è ad esempio l'entropia informazione di >>>Shannon, l'entropia condizionale di A dato B, l'entropia metrica o di Kolmogorov-Sinai.
Ora, se ciascuno di noi ha radicato in sé un proprio concetto di entropia, potrebbe essere portato a reagire dicendo: non facciamo confusione! L'entropia è quella associata alla termodinamica e basta, quindi evitiamo di parlare di ciò che contraddice la definizione che i più conoscono.
A tal proposito c'è un "pezzo" interessante prodotto da David Bohm, e dal titolo: "Ordine dal caos e caos dall'ordine: il significato di entropia".

Simone Caramel





27 agosto 2012

- Perché il pensiero negativo fa ammalare?



Come il nostro stato d'animo influenza la produzione di ormoni e conseguentemente il nostro stato di salute: per vivere felici, a lungo e in salute ci servono gli ormoni della felicità, ovvero beta-endorfine ed encefaline...
Negli ultimi tempi il concetto di “pensiero positivo” si è diffuso ovunque. In genere lo s’intende così: «Se di ogni cosa penso che sia un bene per me, non accumulo stress». «Se reagisco a tutto in maniera costruttiva, otterrò buoni risultati». Questo concetto si è affermato anche in ambiente medico. Fra mente e corpo c’è un dialogo costante, quindi le cose che pensiamo non sono semplicemente concetti astratti. Si è infatti capito che i nostri pensieri si materializzano immancabilmente e agiscono a livello fisico.
Quando proviamo una reazione di rifiuto verso qualcosa, nel nostro organismo si producono delle sostanze che fra l’altro accelerano il processo d’invecchiamento e la formazione di cellule cancerose. Quando invece accettiamo con gratitudine le cose, il nostro organismo produce delle sostanze che ci mantengono giovani e sani. Nel frattempo, anche la medicina ha dimostrato l’esistenza di questo meccanismo all’interno del nostro corpo.
Di conseguenza, le persone abituate a vedere tutto positivo dispongono di una notevole resistenza alle malattie. Chi, invece, pensa sempre in modo negativo, tende purtroppo ad ammalarsi. Perfino a parità di condizioni e stile di vita gli uni sono sani come pesci e gli altri malaticci. Quest’affermazione può anche non avere valore illimitato, ma l’atteggiamento mentale è estremamente importante per la nostra salute.
Ma quali sono le sostanze che si formano nel nostro organismo a seconda del nostro atteggiamento interiore? Sono quelle a cui in genere si dà il nome di ormoni. I principali ormoni legati al nostro modo di vedere le cose sono l’adrenalina, la noradrenalina, la beta-endorfina e l’encefalina.
Quando ci arrabbiamo o siamo stressati, nel cervello viene secreta la noradrenalina, mentre quando proviamo paura, rilasciamo adrenalina. Gli ormoni fungono da messaggeri chimici sul piano cellulare, vale a dire che trasmettono gli ordini del cervello alle singole cellule. Per esempio, se viene trasmesso il messaggio “collera”, il corpo reagirà con tensione e attività. Si tratta, pertanto, di sostanze che da un lato sono necessarie per la sopravvivenza e dall’altro sono estremamente tossiche.
Se ci si arrabbia di continuo e si è fortemente stressati, può succedere che ci si ammali per via della tossicità della noradrenalina, che s’invecchi precocemente e si muoia presto. Se invece si sorride sempre e si accoglie tutto in maniera positiva, vengono prodotti ormoni favorevoli che attivano le cellule del cervello e rendono sano il corpo. Questi ormoni ci mantengono giovani, combattono le cellule cancerose e ci tirano su di morale. Se volete vivere sani e felici fino a tarda età, senza essere colpiti dal cancro o dalle malattie del benessere, dovreste fare in modo di produrre questi buoni ormoni. Ho scelto di chiamare “morfine cerebrali” quegli ormoni che ci rendono felici e contenti perché hanno una struttura chimica analoga a quella delle morfine dall’effetto anestetizzante.
Mentre l’uso delle morfine anestetizzanti comporta rischi di dipendenza e di effetti collaterali, con gli ormoni della felicità si può stare tranquilli di non correre simili pericoli.
In tutto si conoscono circa venti ormoni della felicità che, pur agendo in modo diverso, hanno un effetto farmacologico simile. Fra i numerosi ormoni della felicità la beta-endorfina è quello più efficace, con un’azione da cinque a sei volte superiore a quella degli anestetici. Qual è il significato del fatto che nel nostro cervello viene sintetizzata una sostanza della felicità così efficace? Sono sicuro che in questo modo la natura ci voglia esortare a vivere felicemente. D’altra parte, gli esseri umani concepiscono anche pensieri negativi che poi mettono in atto. Alcuni si dicono: «Voglio soppiantare Tizio e trarne vantaggio». Magari lo fanno per guadagnare di più o per acquisire fama e salire di grado. Una volta raggiunto il loro scopo, queste persone sono ovviamente felici ed essendo in questa condizione producono anche ormoni della felicità. Per ragioni imperscrutabili, tuttavia, pare che questa gioia non duri mai a lungo, ma anzi venga ben presto offuscata. Il fatto che queste persone non agiscano per il bene del Pianeta o dei loro simili può suscitare l’invidia altrui e arrecare loro dei danni. Ma può anche darsi che sia il loro stesso cervello a condurle alla rovina. Questo potrebbe dipendere dal fatto che il Cielo predilige gli individui il cui stile di vita corrisponde ai suoi ideali e punisce quelli che non sono in sintonia con questi valori. Per me la spiegazione è che si tratta di un meccanismo installato nei nostri geni e, dato che nel cervello è memorizzato tutto, compresa la memoria dei nostri antenati, la cosa non è poi così sorprendente.

La rivoluzione della salute (Macro Edizioni, 2011).