18 gennaio 2011

- La Catena simbolica


Per scrivere questo testo non mi sono basato su di una lettura specifica o su di un libro in particolare; ma dovrei affermare che diverse letture e diversi libri hanno concorso alla stesura delle seguenti riflessioni. Molto spesso si legge e si dimentica in fretta ma poi, inspiegabilmente, riemergono delle riflessioni. Non pretendo che esse siano originali; riaffiorano così, senza sapere da dove veramente provengono. I Riti hanno tra le loro funzioni essenziali il compito di congiungere il visibile all’invisibile; essi costituiscono un legame fluido che unisce il singolo corpo massonico alla totalità dello spirito massonico universale dandone, pure nella sua diversità di interpretazioni, un’uniformità di prerogative e di intenti. Congiungere il visibile all’invisibile significa partire dal concreto, dal reale e dal consultabile, e slanciarsi oltre, infrangere le barriere dei preconcetti e dei conformismi per capire, comprendere, intuire. Il Rito ci riconduce dunque da una percezione visiva, e dunque facilmente comprensibile, ma parziale e insicura perché singola e individuale, verso la comprensione di un insieme coordinato e universale del tutto; la percezione dell’invisibile. Tra tutti i gesti rituali, quello della Catena mi sembra essere il più importante dal punto di vista occulto come da quello simbolico. Dapprima la Catena è associata all’idea di solidità: essa accompagna la trasmissione del movimento e della potenza. Ogni volontà umana per manifestarsi pienamente nel mondo materiale deve necessariamente collegarsi ad un intermediario il quale a sua volta è una base solida di trasmissione. Ogni collettività, ogni associazione sviluppa uno spirito di gruppo molto più forte e intenso dello spirito che può sviluppare una singola persona che fa parte del gruppo. Le istituzioni massoniche, ovvero l’insieme delle obbedienze massoniche, concorrono così tutte assieme, anche se ognuna in modo particolare e personale, alla trasmissione della Tradizione e delle Conoscenze; esattamente come in una catena dove ogni singolo anello è perfettamente ancorato in un tutto. Le volontà individuali sono spesso deboli e vacillanti, le nostre stesse aspirazioni al bene sono talvolta incerte, ma esse potranno essere vigorosamente sostenute e rafforzate se esiste in ogni coscienza individuale la certezza e la sicurezza di un sostegno collettivo. Prima di terminare i lavori massonici, allorquando le mani si uniscono in una Catena evocando l’unione di tutti i Massoni, una forza unificatrice e confortante aleggia su tutta la Loggia. Ed è appunto in questo preciso momento che è più che legittimo considerare la Massoneria come un centro propulsore di Idee – Energie che si propagano nel mondo, provocando attività nuove, feconde, e da dove sorgerà la concezione di una nuova società, certamente meglio equilibrata, senz’altro più umana, e sicuramente universale. Ed è in questa propulsione di Idee – Energie che si può facilmente intravedere, in un gruppo di uomini i quali lavorano in segreto al perfezionamento delle loro facoltà e alla ricerca del Vero, qualche cosa di simile ad una radio emittente le cui onde invisibili attraversano ostacoli insormontabili e, entusiasmando delle menti ricettive, potranno cosi sviluppare delle nuove energie individuali capaci di traguardi e obiettivi importanti e certamente innovativi. È dunque evidente che la Catena crea un campo magnetico e che la tensione di questo campo sarà tanto forte quanto attivo sarà ogni singolo anello. Se dunque ogni Massone fosse pienamente cosciente del proprio ruolo, non soltanto la Massoneria si farebbe più forte e vigorosa, ma pure il mondo intero subirebbe l’influenza benefica che si sprigionerebbe dalle diverse Logge. L’azione per essere efficiente non ha bisogno di una intensa pubblicità, al contrario; è nel silenzio e nella meditazione attiva che i pensieri diventano Idee - Energie ed è attraverso la Catena che queste idee sono poi proiettate nel mondo profano. La catena è dunque un gesto rituale. Essa unisce i Massoni fuori dello spazio e del tempo. Se ogni persona è fisicamente prigioniera in uno spazio ben definito, lo spirito è tuttavia libero; esso vaga al di là del Tempio, oltre le frontiere e gli oceani. Le mani unite in una Catena ricordano dunque la perennità della Fratellanza massonica sulla terra. La parola catena esprime dunque, come abbiamo già ricordato, una precisa nozione di trasmissione. Riunendosi nella Catena, ogni Massone incarna l’idea di trasmissione che vuole simboleggiare la vita e l’energia creativa. Nella Catena simbolica si considera volentieri che la mano destra sia una emittente e che questa trasferisca alla mano sinistra l’energia ricevuta. Quest’energia si propaga poi da un anello all’altro. Questa Catena, formata da persone di buona volontà e animate da ideali di verità e giustizia, rappresenta anche una comunità di cuori e di pensieri e suggerisce pure la nozione di un legame indissolubile con quell’unione massonica fraterna sparsa su tutta la superficie del globo. La Catena appare adunque essenzialmente come il simbolo di una solidarietà umana o, meglio ancora, come una specie di riconciliazione universale. Si tratterebbe infatti di una specie di integrazione cosciente in un universo dove ogni partecipante è un anello attivo in una società umana ideale. Ogni anello ha uguale importanza, tanto quello del Venerabile quanto quello dell’apprendista, dell’intellettuale come dell’operaio; tutti concorrono con la loro presenza alla solidità e all’ampiezza della Catena con una responsabilità individuale e collettiva. Siamo dunque Catena ma siamo pure anche Anelli; ovvero anelli di congiunzione. Ma i nostri corpi che uniscono le mani formano pure e nello stesso tempo una Catena spirituale. La Catena unisce dunque i poli fondamentali della nostra esperienza, congiungendo spirito e materia, corpo e anima, cielo e terra, passato e presente. Durante la formazione rituale della Catena i nostri punti di contatto fisico sono le mani che si chiudono le une con le altre, nella speranza che niente si perda, che tutto riviva; nella speranza che sapere, coscienza e conoscenza continuino ad illuminare i sentieri dell’ignoranza e della presunzione, per permetterci di scoprire e approfondire idee edificanti e legate indissolubilmente alla vita. L’individuo isolato, quello che orgogliosamente e per una sua precisa volontà vuole da solo affrontare la potenza dell’insieme, sarà presto schiacciato, sommerso, annientato, e il meno che gli possa capitare è di vedersi sopraffatto dagli avvenimenti senza riuscire a difendersi. In questo nostro mondo cosi travagliato, in questa nostra epoca dove regnano sovrane confusione e disordine intellettuale-morale, per resistere, sopravvivere e orientarci è oramai cosa urgente formare e consolidare la nostra propria Catena massonica. La Catena, generalmente formata prima della chiusura dei lavori, è dunque l’unione delle mani di tutti i partecipanti di una Loggia, senza distinzione di grado, affinché circoli tra i presenti la corrente magnetica della Fratellanza. La cordicella di cui si servivano i Massoni operativi per tracciare e delimitare il contorno di un edificio in costruzione formava essa pure una forma chiusa, quasi una catena che circondava tutto l’edificio, delineandone le sue forme esteriori. Bisogna tuttavia ricordare che le grandi costruzioni antiche erano sempre costruite secondo un modello cosmico; d’altronde è espressamente specificato che la Loggia è l’immagine del cosmo. La cordicella che ha racchiuso e delimitato l’edificio nella sua fase di progettazione ha dunque saputo determinare il suo perimetro esterno e dunque la sua capienza; essa è pertanto diventata la cornice di una determinata costruzione che si voleva appunto su modello cosmico. La Catena può anch’essa essere considerata una cornice, perché delimita le frontiere esterne di una costruzione racchiusa nel suo interno, ed è per questo motivo che ha tra le sue funzioni, e forse anche come funzione principale, quella di mantenere al loro posto i vari elementi che contiene o che racchiude al suo interno, in modo da formare un tutto ordinato. La Catena che si forma in Loggia racchiude e delimita essa pure tutti gli elementi importanti e basilari del Tempio massonico, mantenendo nel suo interno i vari elementi e in un tutto ordinato e coerente. La Loggia, grazie alla Catena, viene così delimitata e incorniciata da qualche cosa che in un certo modo corrisponde alla cornice stessa del cosmo. La Catena deve infatti anche racchiudere, legare e unire questi elementi fra di loro. Il Tempio, immagine del Cosmo, diventa dunque un piccolo mondo chiuso e completo, incorniciato dalla nostra Catena. L’essere umano è infatti un essere delimitato in un microcosmo dove l’idea di fissazione o di stabilizzazione è evidente. Si tratta infatti di delimitare entro una cornice, ossia, come abbiamo detto in precedenza, di raccogliere e mantenere al loro posto i diversi elementi che essa circonda e racchiude, proteggendoli dal caotico mondo esterno; dalle confusioni, ovvero dalle disordinate e perverse negatività. In altre parole la Catena deve saper unire e trasmettere un fluido magico tra i suoi anelli, ma deve pure sapere, come una cornice, racchiudere e delimitare valori, principi e ideali massonici da preservare e proteggere. Appartenere, quale semplice anello, alla Catena è inoltre, per il singolo Massone, indubbiamente rassicurante. La vita con i suoi rumori assordanti ci distrae spesso dai valori più semplici ed essenziali per proporci delle superficialità sempre più complicate ma inutili e menzognere. Spesso l’individuo s’incammina solitario senza guida, senza sostegno, nel labirinto buio della vita. Talvolta segue, e magari anche con entusiasmo, ideologie politiche o credi religiosi per poi scoprire spietati opportunismi e malvagi raggiri. Appartenere alla Catena, quale semplice anello, e poter approfittare della sicurezza e della solidità della Catena intera, in un universo fatto di fiducia e di solidarietà, produce sul singolo individuo un benessere e una tranquillità interiore inappagabile. Ecco la serenità interiore che occorre, non solo al Massone, ma all’umanità tutta, per mantenere vivo il contatto con lo spirito, con il sacro, con il divino.
FLORIANO PELLANDA

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