17 febbraio 2010

- La Tavola di Smeraldo 1



Ermete, od Hermes in greco, viene designato dagli antichi Egiziani come una divinità col nome sacro di Thot, e dagli antichi Ebrei come un profeta col nome di Misraim [Gli orientalisti contemporanei riconoscono a loro modo che ad Ermete Trismegisto fa capo tutta una confusa letteratura egiziana ante e post-ellenica, sii anni primeggiano le teorie dei quattro elementi e delle sfere planetarie, gli sbozzi dei primi sistemi antropologici e morali, la magia, la divinazione, le incantazioni come le prime esperienze chimiche e le prime ricette mediche. Ma gli orientalisti criticano col semplice lumicino grammaticale profano e tutto riferendo alle cognizioni oggi note. Così deridono il concetto magico dell'Ermes Trismegisto pur avendo la prova storica che la profezia a lui attribuita della caduta dell'Egitto, diventata terra dei morti, si avverò. Invece le testimonianze antiche confermano sotto l'aspetto critico-storico che i libri attribuiti a questo Ermete Trismegisto furono considerati come ispirati dal Cielo, così fu per Orfeo e per gli Oracoli Caldei.
Tot o Thot fa un dio eponimo di Ermopoli equivalente quindi ad Ermes: cioè l'Ermes di Ermopoli si chiamava Thot, rappresentato con testa di cane e sotto l'aspetto di uccello (ibis). Aveva un tempio famoso a Kmunune; come a Mercurio poicopompa gli facevano offerte e sacrifici alla festa dei morti. Infatti il capitolo 64 del Libro dei morti fu rinvenuto nei moderni soavi ai piedi della sua statua.
Misraim è equivalente etimologico di Egitto, e volle forse anche dire I primi ebrei usciti d'Egitto.], mentre da taluni viene confuso con lo stesso Mercurio. Ciò che è cosa certa si è che Ermete ha di gran lunga preceduto Mosè e gli altri scrittori della Bibbia.
Plutarco ne lasciò la notizia che Ermete fosse stato il primo in Egitto che avesse conosciuto i caratteri adoprati dagli Dei, e che per questo motivo l'Ibis posto a capo delle lettere divine venisse ad Ermete consacrato. E lo stesso Plutarco, ignorando purtroppo che cosa e quali erano i caratteri degli Dei, dedusse dalla sua notizia che Ermete fu il primo degli Dei, e che pel primo conobbe le lettere alfabetiche. Invece Ermete non fu il primo degli Dei per la semplicissima ragione che era un unico ierogramma, mentre gli altri Dei coesistenti allora non lo erano affatto. Circa alle lettere poi, non si trattava dì lettere alfabetiche, come taluno con Plutarco ha pensato; e quand'anche si fosse trattato dell'alfabeto ebraico, in capo al quale l'aleph assume appunto il simbolo di Ibis, ossia di Uccello Volante, e lettere tutte stavano a rappresentare, ma soltanto per antonomasia; le supreme divinità. Infatti nelle Comasie l'Ibis compare alla testa degli altri animali, e di ciò esisteva allora una potente ed alta ragione che forse era sconosciuta al grande Plutarco.
La scuola segreta di Ermete creò gli Ermetisti, ossia gli iniziati alla interpretazione vera dei segni ierogrammatici e delle parole esoteriche, i quali, riconoscendosi a certi segni, molto differenti dai massonici attuali, circolavano pel mondo e portavano la parola della vera scienza arcana nei templi di tutti quegli Dei, le potenzialità magiche dei quali insegnavano i sacerdoti, rappresentanti nelle diverse regioni europee ed asiatiche la Grande Università Egiziana o Sfingetica che dirsi voglia.- Questo insegnamento scientifico ristretto a pochi allievi, e diretto all'alto fine, ancora incompreso oggidì, di nascondere l'arcano alle plebi, assunse, per mezzo dell'Analogia, le forme più svariate, dalla Magia alla Religione, dalla Botanica alla Filosofia, dalla Divinazione alle Matematiche Cabalistiche, e specialmente dall'Alchimia alla Medicina Occulta che tu ora studii, creando espressioni e ragionamenti che son ancora oggidì una continua disdetta pel volgo e per i così detti scienziati, mentre costituivano un linguaggio finemente espressivo e largamente ricco per i veri discepoli d'Ermete, e fra essi in primo rango gli iniziati della scuola di Alessandria, i quali furono i continuatori più conosciuti, o, per meglio dire, meno ignoti, della filosofia Ermetica [L'Ermetismo come storicamente è inteso nel periodo alessandrino, è la fusione sapiente di tutti gli elementi filosofici e scientifici greci, egiziani e semitici in modo da fare un corpo di dottrina accettabile da tutti. I gnostici provenivano di là e alcuni furono develatori o profanatori, come Carpocrate che non conservò il secreto della terza Aw].
Se tu vuoi pervenire alla intelligenza di questo difficile linguaggio elevatissimo, ed impadronirti così dell'Arcano Mosaico colla Grande Parola Cabalistica che fa tutti i miracoli. e guarisce tutte le infermità, devi leggere anzi studiare con alto intendimento i veri filosofi Ermetici. E collo scopo di non distrarre la tua attenzione cogli argomenti d'indole diversa che talora essi trattano, dovrai prendere per chiave delle loro astruse allegorie il dogma unico di Ermete, contenuto nel Primo Credo d'ogni studioso di scienza occulta, cioè nella famosa Tavola di Smeraldo, e seguire, per classificare le cognizioni atte a dirigere l'operazione pratica, l'ordine indicato nell’alfabeto cabalistico della Thorah ossia della legge sfingetica.
La Tavola di Smeraldo si trova riprodotta in tutte le raccolte importanti dei trattati ermetici ed alchemici, fra cui nel Theatrum Chimicum, nella Bibliotheca Chimica del Mangeti, nella Bibliotheca Contracta Albinei, nelle Bibliotheque des Phílosophes Alchimistes de Salmon, ed in molti altri testi. Il Kunrath ne fece una bella esposizione in latino, come d'essa Tavola si hanno buone traduzioni in arabo, in persiano, in greco antico e moderno, in tedesco, in inglese, in spagnolo, in francese e qualcuna anche in italiano. Ma perché tu non abbia a scervellarti a ricercare e ad interpretare qualcuno dei manoscritti originali che la contengono, te la riproduco qui nella nostra lingua, e la faccio seguire da un ampio e completo commento che difficilmente e solo a brani troveresti altrove. La mia traduzione, per tua norma, è esatta sino allo scrupolo, giacché mi sono sforzato di dare alla frase lo svolgimento che ha nelle riproduzioni più antiche ed autentiche; ed i miei commenti sono informati alle più esplicite e recenti rivelazioni proposte da Ruggero Bacone, Arnaldo di Villanova, Ripley, Eliphas Levi, Papus, Poisson, Luigi Lucas, Nostradamus, Stanislao Guaita, dal simpatico autore anonimo del Filet d'Ardinne, e dal maestro Kremmerz.
Dopo le pubblicazioni di Basilio Valentino, il monaco famoso scopritore dell'antimonio, la Tavola di Smeraldo va talora accompagnata da un curioso sigillo che, accennando alla pratica alchemica, porta impressi nell'interno i simboli astrologici della Grande Opera e sulla circonferenza la parola V. I. T. R. I. 0. L. che qualche ignorante intese interpretare per vetriolo.
Io te ne pongo sull'avvisato, perché l'iscrizione significa Visita Interiora Terræ, Rectificando Invenies Occultum Lapidem, cioè visita l'interno, esamina gli intestini della terra, nei quali rettificando e purgando dalle scorie, troverai una nascosta pietra. Il sigillo ha un rapporto analogico alla Tavola di Smeraldo, perché anche questa è una pietra preziosa, una pietra angolare della Scienza Ermetica, una Pietra Verde Risplendente dedicata dagli Astrologi al pianeta Venere; é uno Smeraldo lavorato a Tavola, di quel tipo di Tavole su cui Mosè ebbe incisi i dieci comandamenti ebraici da Dio istesso [Incidere era sinonimo di scrivere, fissando il pensiero sulla pietra che è terra. Lo smeraldo verde è (Venere) corrispondente in alchimia al Rame, in latino Aes. La critica moderna può profondamente divertirsi a deridere gli sforzi dei conciliatori delle forme rituali religiose coi principii della scienza contemporanea, ma non può smentire che tutto il grande studio medievale e dei secoli XVI e XVII sull’Alchimia non compia un processo logico tradizionale dei simboli e delle interpretazioni simboliche dell'antichissimo ermetismo.
La nostra scuola lo continua, lo sfronda e per quanto è possibile lo spiega.]
Infatti tutti i filosofi e gli storici veri della Scienza Occulta citano ad ogni piè sospinto la Tavola di Smeraldo come primo documento, indispensabile cognizione dell'Ermetista e di qui sorge la necessità per te, che tenti iniziarti negli studi magici a fine di bene, di conoscere profondamente questo documento preziosissimo, ed almeno sei volto millenario, il quale in brevi parole dà le basi fondamentali di ogni Magia e di ogni Alchimia, di cui anche ti possono essere riservati gli studi in processo di tempo se il tuo buon Genio ti assiste.
Ma fin d'ora non bisogna equivocare sul vero significato della parola Alchimia, della quale si é tanto abusato da chi non la comprende e forse non la comprenderà mai. Ermete Trismegisto disse che l'Alchimia è la scienza immutabile, la quale lavora sui corpi con l’aiuto della teoria e dell'esperienza, e che per mezzo di una congiunzione naturale li trasforma in una specie superiore e più preziosa. E il Parnety, oltre sessanta secoli dopo, ci conferma che l’Alchimia è l'arte di lavorare con la natura sui corpi per perfezionarli. Medita queste definizioni, perché del loro significato si fa cenno nella Tavola di Smeraldo; meditale seriamente giacché la scienza e l'arte di cui è parola non s'imparano come quelle insegnate nelle Università Moderne, ed il tentarne le vie scabrose, senza che tu sia lungamente e convenientemente preparato, é un esporti a disillusioni ed a perdite di tempo, salute e fortuna. Ricorda il monito! L'Alchimia intanto è, come il Genesi Mosaico, figlia della Qabalah Caldea, ed a rendertene persuaso ti basti interrogare gli oracoli più o meno apocrifi della Tavola di Smeraldo, poiché in tutte e tre le significazioni alchemiche, bibliche e cabalistiche rinverrai le tracce della famosa Decade Pitagorica, così egregiamente applicata nel Sepher Yetzirah alla nozione completa ed assoluta del mondo superiore o divino; decade composta dell'unità e di un triplice ternario (1+3+3+3=10) e che i Rabboni, ossia i Rabbini, Maestri Ebraico-Esseni, hanno chiamato il Berechith e la Merkavah, l'albero luminoso delle Sephiroth e la Chiave della Semhaphoras. Nella serie infatti delle idee teologiche e filosofiche assolute che gli antichi attaccavano al primo denario, cioè ai primi dieci numeri rappresentati dalle dita delle mani, Pitagora se la intende perfettamente, secondo l'espressione del dottor Kremmerz, coi depositari del grande secreto di Mosè, poiché entrambi hanno attinto alla stessa fonte della Tavola di Smeraldo, come gli inventori più recenti del quaternario sacro (bastone pontificale, calice, spada crociata e grande raggiera) hanno inteso di far corrispondere dottrinariamente i loro simboli a quelli dell'Alta Qabalah, ai geroglifici dell'Alto Egitto antico, ai cuneiformi dell'Assiria, ed agli idoli sacri dell'India e della Persia [Il numero 10 o X è la base e la sintesi dell'Universo umano o terrestre. L'uomo in alto termina non dieci dita, in basso dieci altrettanto. Ma il numero arabicamente o romanamente scritto è un ierogramma cabalistico della Opera grande e piccola in magia, e il X si trasmuta in croce + quando lo stesso paganesimo diventa cristiano e il X diventa la lettera greca che comincia il nome di Christos.]
La Tavola di Smeraldo comprende appunto un denario di dieci proposizioni fra dogmatiche e rituali, come un decalogo sono i comandamenti della Legge Mosaica, dieci i simboli ebraici dell'albero cabalistico, dieci i numeri base della Tavola Pitagorica, dieci i nomi divini degli ebraizzanti, dieci le divinità indiane, e dieci le dita delle mani o dei piedi di un uomo.
La Tavola di Smeraldo è costituita da poche righe tramandateci incise sopra una pietra verde, e contenenti nel loro superbo laconismo più segreti che vocaboli. Essa comprende tutta la Magia in una sola pagina, ed, essendo la fonte pura di ogni studio ermetico, é il solo punto di partenza di ogni concezione dell'occultismo. Ma avverti che il primo e principal carattere di essa é il simbolismo, in forza del quale si comincia dall'affermare che il visibile è il simbolo dell'invisibile. La chiave adunque di cui devi munirti per aprire la prima e principale porta per cui potrai penetrare dal mondo visibile inferiore nel mondo invisibile superiore, e colà leggervi le regole precise di tutta l'arte di guarire, è l'Antologia sulla quale è appunto basata tutta la scienza secreta dei Magi.
La rivelazione della Tavola di Smeraldo che qui faccio coi miei commenti, riportando dai citati autori le tradizioni che dai primi momenti biblici si sono conservate fino a noi, richiede tutta la tua attenzione, se veramente vuoi conquistare le basi del Grande Arcano Divino e del Secreto Meraviglioso di fare i Miracoli. Bada però, te lo ripeto, che rivelazione deriva da ri-velare cioè velare di nuovo, coprire di un nuovo velo; e che tanto tradizione quanto tradimento hanno la loro radice etimologica nel latino tradere col significato talora usato da papà Ovidio.
E questo sia ultimo suggello che ti ponga o anziano in guardia sul vero significato dei simboli, sia tu uno scienziato profano, un dotto medico, o soltanto un povero fanciullo della Scienza.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

dove posso trovare il libro?

marvel ha detto...

dove posso trovare il libro?