24 febbraio 2010

- Il pregiudizio.


Se in Massoneria si vuole parlare di pregiudizio, occorre analizzare il fenomeno da due punti di vista ben distinti; i pregiudizi del Massone stesso nei confronti di tutto e di tutti, e i pregiudizi che l’«uomo della strada» ha, cosciente o incosciente, nei riguardi della Massoneria. Anche il Massone ha pregiudizi! Infatti, a prescindere dalla buona volontà di evolvere, anch’egli è e rimane un «uomo comune», costantemente influenzato, e quindi vittima, di quel mondo il quale, con crescente violenza inculca nelle menti certezze, credenze, speranze e illusioni. Quante persone giurerebbero sulla qualità di un prodotto soltanto perché i media l’hanno presentato in modo convincente, quanti credono in un posto beato nell’al di là perché qualcuno ha abusato della loro buona fede, quanti attendono un benessere definitivo perché il partito più loquace ne ha trovato la panacea! Ed ecco che la gente corre ad acclamare un Duce o un Papa, dimenticando, o non sapendo, quanto inganno la sta colpendo. Il pregiudizio è figlio della credulità. Credere crea false certezze. Credere è sovente null’altro che pigrizia; lasciare che gli altri pensino per noi! Ma come si esalta e pubblicizza un prodotto (materiale o spirituale), allo stesso modo, quando occorre, si usa denigrare, umiliare; ecco la calunnia, altrettanto efficace per creare preconcetti. Ne fu e ne è tuttora vittima la Massoneria. Integralismi ed estremismi totalitari, religiosi e politici, vi sono riusciti alla grande. Quando nei nostri Rituali si accenna ai rumori, ai metalli o alle tenebre da allontanare e da sfuggire, si intende proprio questo: liberare la nostra mente e i nostri cuori dai pregiudizi e dai sentimenti ostili; la liberazione interiore indispensabile per la ricettività spirituale. Il Massone compiuto, condizione difficilmente raggiungibile, è l’«Uomo libero», colui che nella misura massima del possibile è riuscito a liberarsi dalle idee e dalle convinzioni preconcette, secondo il motto: «Chi non dubita è schiavo delle proprie certezze. » Dunque dubitare, analizzare, cercare piuttosto che credere; «osa sapere!» esortava Kant. Liberare l’umanità dall’oscurantismo collettivo e individuale è compito di ogni singola persona. È così che l’uomo riscoprirà l’immenso dono naturale della coscienza e della ragione, sublimi facoltà umane da usare senza influenze altrui. Un mondo di uomini liberi; quale meravigliosa utopia! Ma un giorno l’uomo crescerà e, liberato dai pregiudizi, realizzerà l’«Eden in terra». Il Massone ne è certo, e lo chiama già sin d’ora il Tempio dell’Umanità.
Othmar Dürler

1 commento:

Unknown ha detto...

Scrivo da Brasília (Brasile). Mi è piaciuto molto l'articolo sul pregiudizio. Non conoscevo sua pagina. Ormai, proverò di visitarla ogni tanto. Perdonate il cattivo uso dell'italiano. Saluti cordiali. [ ] [ ] [ ] Cadmo