- Isaac Newton ultimo magus.
Non
so cosa possa sembrare al mondo, ma a me stesso sembra di essere stato solo
come un ragazzo, che gioca sulla riva del mare e che si diverte a trovare di
quando in quando un ciottolo più liscio o una conchiglia più bella del solito,
mentre il grande oceano della verità si stende tutto sconosciuto davanti a me”.
(Isaac
Newton)
Chi
era veramente sir Isaac Newton? Molti di noi conservano l’immagine che di lui
ci hanno consegnato gli studi liceali, quella del ricercatore razionale, arido
e un po’ misantropo, il fondatore del modello di scienziato modernamente
inteso, tutto formule matematiche ed esperimenti rigorosi. Altri lo ricordano
sotto la sbrigativa formula dell’ ”Hypothesis non fingo”, che immortalava
la sua propensione alla pura descrizione dei fenomeni che osservava e la sua
presunta diffidenza verso ogni commistione della scienza con la cultura
generale, con la filosofia o, peggio, con la religione.
E
se invece fosse stato, come dicono alcuni, un profondo conoscitore di culture
iniziatiche, un esperto di segreti alchemici?
E
come potrebbero conciliarsi in una stessa persona il volto del grande iniziato
con quello del grande scienziato razionale?
Ma
stiamo ai documenti. Che il professor Newton fosse un avido divoratore di testi
alchemici e iniziatici è un fatto: lesse l’antologia sugli alchimisti inglesi
scritta dal suo amico Elias Ashmole, studiò i testi rosicruciani di Michael
Meier e quelli dell’alchimista francese Pierre Jean Fabre. Ma soprattutto fu
membro e, per lungo tempo, presidente della prestigiosa Royal Society di
Londra, un’associazione culturale che raccoglieva il fior fiore del mondo
scientifico inglese, che fu la culla delle più avanzate ricerche scientifiche,
ma che ospitava anche molti esponenti di punta della cultura iniziatica
dell’epoca. E per molto tempo su questo argomento non si seppe altro. Non
dimentichiamoci che quelli erano tempi assai difficili per gli uomini di
scienza e, come ci raccontano le cronache dell’epoca, dai pulpiti dei
predicatori e dalle pagine dei giornali si tuonava spesso contro i membri della
Royal Society, la folla nelle strade li dileggiava, persino Oxford e Cambridge
consideravano le loro teorie troppo “avanzate” e spesso non osavano ospitare i
loro corsi. Non parliamo poi delle autorità ecclesiastiche anglicane che, in
quanto a tendenze inquisitorie non erano da meno rispetto alla tanto odiata
Chiesa cattolica romana.
Tuttavia
altre notizie ci sono arrivate in tempi molto più recenti e dalla fonte più
inaspettata: una cassa di documenti che l’’insigne economista inglese John
Maynard Keynes acquistò da Sotheby’s nel 1936. Dentro quella cassa egli trovò
una raccolta di carte segrete, scritte di pugno da sir Isaac, tenute
accuratamente nascoste per secoli ai rigori della censura religiosa e di
quella, ancor peggiore, della scienza ortodossa. Questa preziosa raccolta era
stata rifiutata qualche anno prima dall’Università di Cambridge perché ritenuta
di nessun valore scientifico. Dalle carte autografe del professore, che
contenevano oltre un milione di parole sull’alchimia emerge tutta la sua
passione per la cultura alchemica, come del resto per lo studio della Bibbia.
Grazie a questi documenti, oggi sappiamo con certezza che le ricerche di Newton
nel campo dell’alchimia esercitarono un influsso fondamentale sulle sue
scoperte scientifiche con cui egli cambiò il mondo. Come nella migliore
tradizione alchemica, i suoi studi iniziatici e scientifici furono
indistricabilmente legati. Del resto, un discorso identico può essere fatto
anche per Boyle, che praticava l’alchimia tanto quanto la chimica e si servì di
molti aspetti della prima per far progredire le frontiere teoriche della
seconda.
La
cosmogonia alchemica rappresentò per Newton una potente fonte di ispirazione: è
dalla configurazione del Tempio di Salomone che egli sviluppò le leggi di
gravitazione (e non perché gli cadde una mela sul naso…). Newton descrive il
centro del Tempio come un focolare per offrire sacrifici, perpetuamente acceso
e attorno al quale i credenti si riuniscono. L’immagine di un focolare al
centro e dei discepoli disposti attorno fu quella su cui si basò per sviluppare
il concetto di gravitazione universale. Anche la teoria dell’attrazione a
distanza nacque da ispirazioni alchemiche: per formularla, probabilmente egli
mutuò il concetto di “spirito” che, secondo la dottrina degli alchimisti,
è principio di attrazione. Newton annota la seguente frase tratta da
Sendivogius:”…il mercurio attrae i semi di antimonio e il magnete attrae la
siderite. E la “nostra acqua” viene attratta dal piombo per forza della
siderite che si trova nel ventre di Ares (il ferro)” .
Ed
è dall’etica alchemica che Newton attinge quella dedizione e quel rigore morale
che hanno caratterizzato la sua personalità: “Io tengo l’argomento costantemente
di fronte a me finché, a poco a poco, le vaghe luci dell’alba lentamente si
aprono nel pieno chiarore del giorno”.
Newton
è anche un profondo conoscitore della scuola pitagorica e, nei
suoi Principia mathematica, compie un esplicito tentativo di riscoprire
l’aspetto esoterico della cosmologia pitagorica, nascosto sotto i “discorsi
volgari” della musica delle sfere. In realtà, il grande “philosophus
naturae”, come egli stesso si definiva, riteneva che la conoscenza fondamentale
del mondo, la cosiddetta prisca sapientia, fosse già stata rivelata da Dio
ai primi uomini e incisa su due colonne, riscoperte dopo il diluvio universale
da Pitagora ed Ermete Trismegisto, che ne inglobarono la verità nelle proprie
filosofie esoteriche.
Sono
illuminanti, per la comprensione della reale personalità di Newton, le parole
che pronuncia Keynes nel 1942, in occasione di una conferenza al Royal Society
Club: “Nel diciottesimo secolo, e poi da allora in avanti, Newton prese ad
essere considerato come il primo e il più grande degli scienziati dell’età
moderna: un razionalista, uno che ci insegnò a pensare seguendo i principi del
ragionamento freddo e imparziale. Io non lo vedo in questa luce. Credo che
nessuno di coloro che hanno meditato sui materiali contenuti in quella cassa,
da lui stesso riempita quando lasciò Cambridge nel 1696 – materiali che,
sebbene in parte dispersi, sono giunti fino a noi – possa considerarlo in quel
modo. Newton non fu il primo scienziato dell’età della ragione. Piuttosto fu
l’ultimo dei maghi, l’ultimo dei babilonesi e dei sumeri, l’ultima grande mente
soffermatasi sul mondo del pensiero e del visibile con gli stessi occhi di
coloro che cominciarono a costruire il nostro patrimonio intellettuale poco
meno di diecimila anni fa.”
In
realtà, Newton e altri grandi della scienza animano un momento storico che
credo vada analizzato attentamente per comprendere quanto sia stato importante
l’influsso dell’alchimia e, più in generale, delle dottrine esoteriche nella
nascita della scienza moderna, la fase a cavallo fra il XVI e il XVII secolo.
Questa epoca rappresenta una sorta di cerniera fra il vecchio e il nuovo,
poiché in essa hanno operato uomini impregnati di una cultura scientifica
proveniente dal medioevo e da prima ancora. Questi stessi uomini hanno fondato
la scienza moderna e hanno aperto la porta alla prima grande irruzione
del nuovo pensiero scientifico nella storia del mondo occidentale: la
rivoluzione industriale. E’ questa l’epoca in cui Galileo inizia a tradurre i
fenomeni scientifici in linguaggio matematico, quello che lui chiama “la lingua
di Dio” e, riprendendo l’insegnamento di Leonardo, comincia a rivolgere precise
domande alla natura usando gli esperimenti. E’ l’epoca in cui Francis
Bacon rifonda il ragionamento induttivo aristotelico ripulendolo dalla
sua impostazione dogmatica. E’ l’epoca in cui Newton e Boyle unificano in sé le
idee di Galileo e Bacone e fondano la scienza moderna. Dirà Newton di sé: “Se
io ho visto più lontano è perché mi sono levato sulle spalle di Giganti”.
In
quest’epoca, l’influsso delle correnti iniziatiche ha esercitato un ruolo
fondamentale nello sviluppo del pensiero scientifico, che non può essere
ignorato ma che è ora di iniziare a studiare con grande attenzione.
-
Paolo Maggi - Elogio dell’Induzione… e della
Magia -
Nessun commento:
Posta un commento