Un'immagine può sempre essere considerata da un'infinità di punti di vista e ad ogni pensatore è consentito scoprire un significato conforme alla logica delle proprie concezioni.Le immagini infatti sono destinate a risvegliare le idee assopite nel nostro intelletto.Esercitando una suggestione sul pensiero, lo stimolano ed in tal modo portano alla luce le verità sepolte nella profondità del nostro spirito.
Oswald Wirth
La colonna, elemento essenziale dell’architettura, costituisce il supporto dell’edificio e ne rappresenta la solidità: scuotere le colonne significa minacciare tutto l’edificio, sia esso architettonico, sociale o personale. Appoggiandosi alle colonne, Sansone distrusse il Tempio e schiacciò i suoi nemici. La colonna rappresenta l’albero della vita: la base indica le radici, il fusto il tronco, il capitello il fogliame. La gran maggioranza delle colonne egiziane è trasposizione nella pietra dei supporti vegetali che un tempo sostenevano i soffitti degli edifici in legno. Esse prendono a prestito la loro forma da quella della palma e del papiro ed esprimono la vita infusa nell’edificio. Nell’arte greco-romana le colonne votive e trionfali erette in onore di un uomo o di un’impresa, con la decorazione scultorea a spirale ascendente, rappresentavano i rapporti fra cielo e terra, manifestavano la potenza di Dio nell’uomo e la potenza dell’uomo sotto l’influenza del Dio.Generalmente una coppia di colonne, come le colonne d’Ercole, sta ad indicare un limite, ad inquadrare una porta, a segnare il passaggio da un mondo ad un altro. Innumerevoli erano le colonne del palazzo e del Tempio di Salomone, ma due, le più celebri, si innalzavano davanti al vestibolo del Tempio. Il re Salomone fece venire da Tiro Hiram, figliolo di una vedova della tribù di Neftali. Egli si recò dal re Salomone ed eseguì tutti i lavori da lui ordinati. Fece le due colonne di rame. La prima aveva diciotto cubiti d’altezza e una corda di dodici cubiti misurava la circonferenza della seconda. E fuse due capitelli di rame, per metterli in cima alle colonne; l’uno aveva cinque cubiti d’altezza, e l’altro cinque cubiti d’altezza. Traducendo le misure del nostro sistema metrico, si ottiene l’altezza di 8 metri per il tronco, più di 2 metri di capitello; alla circonferenza di metri 5.40 corrisponde un diametro di metri 1.70.Fece un graticolato, un lavoro d’intreccio, dei festoni a guisa di catenelle, per i capitelli ch’erano in cima alle colonne: sette per il primo capitello e sette per il secondo. E fece due ordini di melagrane attorno all’uno di quei graticolato, per coprire il capitello ch’era in cima all’una delle colonne; e lo stesso fece per l’altro capitello. I capitelli posti sulle due colonne erano circondati da duecento melagrane, in alto, vicino alla convessità ch’era aldilà del graticolato; c’erano duecento melagrane disposte attorno al primo e duecento intorno al secondo capitello. Egli rizzò le colonne nel portico del Tempio; rizzò la colonna a mano destra, e la chiamò Jakin (Egli stabilirà); poi rizzò la colonna a mano sinistra, e la chiamò Boaz (In Lui la forza). Il nome dato alla colonna di destra (entrando), Jakin, evoca in ebraico l’idea della stabilità, mentre quello della colonna di sinistra, Boaz, suggerisce l’idea della forza. Nei nomi delle due colonne si possono scorgere anche i principi contrapposti della sessualità; quello di destra, Jakin, esprimerebbe il principio attivo, la mascolinità, quella di sinistra, Boaz, il principio passivo o femminilità (passività non nel senso riduttivo di subire, ma in quello nobile di ricevere); da qui deriva un simbolo generale di fecondità come risultante dei due principi attivo e passivo, all’entrata del santuario che è ricettacolo di forze divine, labirinto, grotta e ventre materno. Questa interpretazione è rafforzata dal simbolismo della melagrana, che sta appunto a significare fecondità e discendenza numerosa. Il frutto, con i suoi molti chicchi, richiama anche l’unione di tutti i Liberi Muratori, affratellati per un fine comune e stretti dentro la dura scorza che ricorda il male, così duro da vincere.Gli Apprendisti che siedono a settentrione sono in corrispondenza con la colonna B, Boaz, che significa “In Lui la forza” e che rappresenta il principio passivo, a significare che l’Apprendista è tenuto all’apprendimento, alla ricezione; i Compagni d’Arte che siedono a meridione in corrispondenza con la colonna J, Jakin, “Egli stabilirà”, rappresentante il principio attivo, sono invece tenuti ad esercitare attivamente il consolidamento del Tempio. Se la prima colonna sta a rappresentare la passività, la ricezione, il dovere, la seconda richiama l’attività, la ragione, il diritto. Le due colonne all’entrata del Tempio segnano i confini fra il mondo profano e quello sacro e raffigurano l’equilibrio delle forze contrarie che producono l’eterno movimento, eterna rigenerazione, l’eterna fecondità, cioè l’immortalità. Superate le due colonne ed entrati nel Tempio, troviamo in esso molti elementi simbolici; alcuni di essi sono indispensabili ed essenziali per identificare come un Tempio qualsiasi spazio, anche aperto; essi sono il Quadro di Loggia, i tre candelieri al centro ed infine l’Ara con la Squadra, il Compasso, il Libro Sacro. RL Quatuor Coronati
La vita è una strada al buio, lo scopo è di vedere la luce, il mezzo sono le nostre azioni, la guida...le nostre sensazioni. Finuccia Micalizzi
Pensieri Sciolti
Disapprovo ciò che dici,
ma difenderò alla morte
il tuo diritto di dirlo. Voltaire
Pensieri Sciolti
Se è vero che in ogni amico
v'è un nemico che sonnecchia,
non potrebbe darsi che in ogni
nemico vi sia un amico che
aspetta la sua ora?
Papini
Pensieri Sciolti
La mente intuitiva è un
dono sacro e la mente
razionale è un fedele servo.
Noi abbiamo creato una
società che onora il servo
e ha dimenticato il dono.
Albert Einstein
Pensieri Sciolti
Il nostro compito educativo
è un compito esoterico,
vale a dire una questione di iniziazione...
Rudolf Steiner
Pensieri Sciolti
Le belle parole: uguaglianza,
fratellanza, libertà, spesso
pronunciate e meno spesso
applicate. E’ bello riempirsene la bocca, scriverlo sulle bandiere, ma come sempre, come in tutte le cose, bisogna poi passare al momento pratico dell’applicazione.
Come si applicano nella realtà
questi concetti?
Penso che un termine li contenga tutti: la solidarietà.
Solidarietà vuol dire disponibilità all’ascolto di chi è stato importante,
di chi ha svolto i suoi compiti con dedizione, di chi ha o potrebbe avere problemi di solitudine intesi nei modi più svariati.
Solidarietà vuol dire proteggere la libertà degli individui, fare in modo
che tutti possano esercitare i propri diritti, di qualsiasi colore, di qualsiasi religione, di qualsiasi credo politico
o non politico siano.
La tua libertà non deve ledere la mia. E’ vero, ma è anche vero che
devo dare la possibilità a te, come diceva Voltaire, di esercitarla anche se non coincide con le mie idee.
Solidarietà è sacrificio.
Le belle parole non sono soltanto bandiere. Essere solidali vuol dire
prendersi cura, accettare il confronto, perdere del tempo per gli altri.
L’uomo egoisticamente è portato ad accumulare per sé e a non occuparsi di altro, di quello che è scomodo,
di come vive il prossimo.
La fratellanza dovrebbe insegnare almeno questo.
Non aspettare che tuo fratello ti cerchi, ti chiami, chieda il tuo aiuto.
E se te lo chiede non far finta di non aver sentito oppure non liquidarlo con
un ‘vedremo cosa si può fare’.
Fai - altrimenti che fratellanza è ?
Uguaglianza: tutti uguali, ma ognuno nei propri gradi e nelle proprie qualità.
Nei propri livelli di conquiste sociali, di posizione sociale, economica, spirituale.
Perché tutti siano uguali a volte
bisogna scendere qualche scalino,
a volte bisogna lasciare che
qualcun altro ne salga.
Claudio Nobbio
Pensieri Sciolti
Non so cosa possa sembrare
al mondo, ma a me stesso
sembra di essere stato solo
come un ragazzo, che gioca
sulla riva del mare e che si
diverte a trovare di quando in
quando un ciottolo più liscio
o una conchiglia più bella del
solito, mentre il grande oceano
della verità si stende tutto
sconosciuto davanti a me.
Isaac Newton
Pensieri Sciolti
Esistono
tre modi efficaci
per educare:
con la paura,
con l’ambizione,
con l’amore: noi rinunciamo ai primi due. Rudolf Steiner
Pensieri Sciolti
L’Arte
è eternamente
libera.
Fugge il dovere
come il giorno
la notte.
W. Kandinskij
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