6 novembre 2010

- Esoterismo


L'educazione iniziatica non è l'unica ad infondere più attenzione ai meno esperti, piuttosto che ai più anziani, che magari sono rimasti fermi al palo delle consuetudini mondane. Vuoi perché è difficile ch'essi accettino di buon grado di correggere le idee preconcette di cui si sono "nutriti", scaturite da una cultura di riporto, cioè, priva di esperienza diretta. Vuoi perché ogni situazione pregiudizievole si crea per scelta e non per caso.
Certo che spiegare cos'è l'esoterismo è una prova stuzzicante, comincerei col dire che l'esoterismo è un metodo d'indagine e non una filosofia.
Un metodo prezioso se utilizzato da ricercatori capaci, per "spogliare" l'oggetto di studio dai rivestimenti esteriori, fino a raggiungere il suo significato profondo.
Sto parlando dell'anima del significato e non del significato apparente della parola, del concetto, del simbolo, o di una qualsivoglia identità s'intenda scoprire.
L'indagine esoterica parte dai "rivestimenti" esteriori, che penetra, fino a raggiungere il nucleo centrale dell'idea, ch'è la sua anima. Il metodo di ricerca è simile allo sbucciare una cipolla che, velo dopo velo, si "spoglia" dei suoi rivestimenti esterni, fino a rendere visibile la parte essenziale del nucleo interiore e, per analogia, il centro del sistema.
Un esempio di come si "spoglia" un simbolo fino a "toccarne" l'anima, ovvero, il significato radicale che ne è causa e fondamento, è il lavoro: "I Misteri dei Costruttori" dove, capitolo dopo capitolo, vengono riportati alla luce i significati invisibili delle Cattedrali (l'Albero Sephirotico e l'Uomo cosmico crocifisso nei 4 elementi della materia). Scoprendo, poi, che i "segni" tracciati sulle Cattedrali sono gli stessi che danno forma agli spazi interni dei Templi massonici. Prima di parlare di esoterismo, però, bisognerebbe capire come si attua la ricerca esoterica, che rimuovendo velo dopo velo, "svela" il senso nascosto di ciò che si vuole conoscere. Il nocciolo della questione sta nelle parole approfondire e collegare, che sono i pilastri dell'esoterismo, e spiegano un metodo che approfondisce i fatti e le circostanze attraverso l'analogia e le corrispondenze. La parola esoterismo deriva dal termine greco esoterikòs che significa interiore e, quindi, guardare dentro. Anche la lingua latina ha un termine corrispondente: intelligere (conoscere il principio delle cose ), da cui intelligentia (facoltà nobilissima dell'anima), che non è affatto l'imparare a memoria (nozionismo), ma la capacità di capire il senso interiore (occulto) di quanto viene percepito, visto, toccato e udito. L'indagine esoterica non si rivolge solo a concetti astratti o simboli, ma si applica anche al soggetto più raffinato della ricerca: a quello straordinario simbolo vivente ch'è l'essere umano. Iniziare una ricerca profonda su un simbolo vivente (L'Uomo archetipo), significa trovare una risposta che dovrà risultare corretta anche sotto il profilo scientifico, quantomeno, finché non si sarà oltrepassato il confine del metafisico. Questo perché l'esoterismo non è frutto di antiche favole e nemmeno di fumose stramberie medievali, ma uno strumento d'indagine radicato nella scienza iniziatica.
V.I.T.R.I.O.L. - Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem. Visita l'Interno della (tua) Terra e Rettificando (correggendoti) Troverai la Pietra Occulta (l'anima)
Conoscere la parte più segreta (intima) di una persona significa giungere nell'aura (Luce) della sua anima. La rappresentazione esoterica di questo viaggio interiore è un Labirinto.
Il Labirinto che con i suoi molti aspetti rappresenta il destino ed i sentieri sono le vite dell'impegno individuale o viaggio. Tutti i sentieri o vie convergono al centro ma, come nella vita, molti sentieri (esperienze decise) sono senza sbocco e non portano a nulla. Altri, invece, s'intersecano con altri sentieri o vie e permettono al "viaggiatore" d'avanzare.
I sentieri o vie rappresentano le possibilità di scelta. E nello scegliere, ognuno potrà riversare le proprie esperienze, il proprio buon senso, oppure, al contrario, tutta la propria dissennatezza: libero di tentare, di avanzare, di fermarsi o di fallire. Guardando ad Oriente, direi che quella del Labirinto è una rappresentazione mirabile del principio del Karma. Il simbolo che meglio illustra la differenza tra "libera scelta", empirica e casuale, ed il Libero Arbitrio. Il Libero Arbitrio, detto con parole semplici, è frutto dell'illuminazione interiore (Iniziazione) che si produce al contatto tra l'anima e la personalità. Perciò, sulla parte piana del pavimento (la vita fisica) non esiste possibilità di Libero Arbitrio, ch'è generato da uno stato di coscienza (consapevolezza) d'ordine superiore, raggiunto (espansione di coscienza) dopo essersi sollevati sulla via verticale, che rappresenta l'ascesa al piano della coscienza spirituale, sede dell'anima. Il principio di luce-ombra (il bianco e il nero) divide, ma nello stesso tempo congiunge, il piano materiale a quello spirituale; è dato dal "raffronto" tra il nucleo spirituale (l'anima), che nei piani esterni e più densi è visibile come Luce, e la personalità fisica, la mente concreta, che ne è l'ombra. Di qui, l'adagio che suggerisce alla mente fisica, l'ombra, di favorire la modestia intellettuale, perché ogni suo pensiero è ancora privo della luce dell'anima (illuminazione). Anche questa, come ogni altra simbologia, vela l'approccio ad un metodo di crescita interiore che non esito a definire razionale e scientifico. Molti sono gli ingressi orizzontali del Labirinto, ma l'uscita è una sola ed è in senso verticale. Dunque, se ne può uscire solo "volando", cioè, sollevandosi dal pavimento della vita materiale. E questo può avvenire solo sublimando se stessi, i pensieri dell'io personale, la personalità. La metafora del librarsi in alto, dell'ascesa in cielo, delle ali e del volo, ricordata anche nel Caduceo Ermetico, nasconde il diagramma per completare il viaggio iniziatico, giungere alla "liberazione" dai vincoli terreni (come le passioni, ad es.) e compiere l'iniziazione reale. Riassumendo: il Labirinto simboleggia la parte piana del dilemma iniziatico (la coscienza concreta), che sottoforma di spirale, si evolve verso l'alto (il cielo interiore). Ed anche l'ascesa (la spirale) è raffigurata in un simbolo, quello di una Montagna interiore che va ascesa. E si può decidere di farlo in diversi modi. Uno è la via larga, più confortevole, sicura ma lenta. L'altro è la via stretta, impervia, rischiosa ma rapida. Questa metafora si riferisce al viaggio interiore, che ogni postulante fa alla ricerca dell'iniziazione. Ma resta ancora da definire cos'è l'iniziazione e qual è il suo scopo. Che non è quello di gonfiare d'orgoglio l'io personale (la mente concreta), come avviene nelle strutture exoteriche, che rappresentano l'iniziazione sottoforma simbolica e, dunque, solo apparente. Qui corre l'obbligo di un distinguo. Perché l'Iniziazione reale non è un semplice riconoscimento tra pari, ma il risultato della trasmutazione (metamorfosi) nella coscienza fisica e della mente concreta dell'iniziato, nella comunione o ri-unione con la propria controparte, per così dire, sottile.
La parte che la scienza moderna chiama superconscio. Il viaggio attraverso il Labirinto (l'esistenza fisica) e la ri-salita verso i piani alti (interiori e sottili) della Montagna interiore (il destino), è la metafora del percorso che la coscienza fisica (l'io personale) fa, per raggiungere la controparte di se stessa ad una voluta superiore (l'Ego sup.). La percezione di se stessi "entra" nel corpo fisico attraverso i sensi, e deve giungere a dominare coerentemente la parte impulsiva, fisica ed emotiva. Il suo viaggio continua attraverso lo sviluppo dei diversi piani della mente fisica, costruendo così, quel ponte coscienziale che l'unisce a quella parte di coscienza superiore (sottile) chiamata anima.
Viene insegnato che il viaggio interiore è guidato da un Fr. maggiore. Un Fr. esperto, che conosce il percorso per averlo percorso con successo più volte. La guida è l'istruttore che conduce l'allievo nel suo viaggio iniziatico. Lo "prende per mano" sulla soglia del piano fisico, e lo conduce a ritroso, in se stesso. Salendo di piano in piano (impulsi, emozioni, sentimenti, fino alla formulazione di idee astratte) alla presenza dell'Ego, a cui lo affida, perché il suo compito finisce lì. A quel punto, però, il viaggio può continuare, ma non più come istruttore ed allievo, ma assieme, come Compagni di Viaggio, perché la meta da raggiungere è la stessa.
Riccardo Chissotti

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