II tema di questo anno come, stabilito dal Presidente ad
inizio mandato, e l'armonia, tema fondamentale soprattutto nel nostro ordine
iniziatico che pone la centralità dell'afflato tra fratelli nelle proprie
attività e nei propri lavori. Minata a più non posso tutti i giorni l'armonia
tra le persone e una delle condizioni più difficili da mantenere salde in
quanto spesso preda di una serie di egoismi che non rispondendo più a leggi
naturali fraterne annulla quella concordia che risponde alle leggi universali.
Quando si parla di armonia non si può non far riferimento all'armonia musicale,
alla sua bellezza che, quando ben strutturata, si incastona a perfezione nell'ambito
universale insieme alle discipline altrettanto universali come la geometria la
matematica, ma, come queste discipline, deve assolutamente rispondere ai
dettami della perfezione sintattica, altrimenti, anche qualora ne fosse minimamente
alterato l'equilibrio, risulterebbe nettamente al contrario antiestetica e
repulsiva. Quindi considerando come assioma che la disarmonia e dettata dall'egoismo,
l'armonia e dettata, di contro, dall'altruismo? Non e proprio cosi l'armonia e
equilibrio e legata alla legge ben definita di "Non fare agli altri ciò
che non vorresti che a te sia fatto" che non e proprio lo spogliarsi dei
propri beni e regalarli agli altri ma il rispetto della persona che ci sta accanto
come se fosse, appunto, un fratello, cioè carne della nostra carne, anima della
nostra anima e spirito del nostro spirito che noi rievochiamo con la catena di
unione. Quello che ci dobbiamo chiedere e : "Perché e cosi difficile comportarci
da fratelli? Perché non riusciamo ad aprirci, ad accogliere il vicino a fare in
modo che ci si aiuti a vicenda, ho letto un concetto un po' originale per i
nostri tempi che mi e costato un po' di minuti per comprenderlo appieno ed
apprezzarlo: "la più alta forma di altruismo e dare la possibilità agli
altri di aiutarci" sembra ridondante, un paradosso ma l'arroganza e figlia
dell'egoismo, vuol dire io sono migliore di te, non ho bisogno del tuo aiuto io
non mi sottometto per chiederti aiuto! Quante volte il genitore ha avvertito
questa sensazione di frustrazione quando un figlio si e comportato in questo
modo? ”Cosa devo fare per amare il mio prossimo?” chiese il discepolo al
Maestro.
“Smetti di odiare te stesso” gli rispose il maestro.
Scelta complicata non odiare più se stesso, che non vuol
dire accaparrarsi beni terreni per vivere felice o sereno ma vuol dire
scegliere di essere ripagati con un'altra moneta ricevere e dare amore. Quindi
si sceglie: si sceglie di vivere votato verso l'amore o verso l'egoismo, verso
il bene o verso il male verso il bianco o verso il nero, si sceglie una società
di giusti o di iniqui. L'uomo può essere identificato come una "Fabbrica
delle scelte", la di cui vita e completamente definita da scelte e la
risultanza di tutte le scelte operate e proprio quell'uomo che noi riusciamo a
discriminare, a distinguere l'uno da un altro, e un risultato empatico,
armonico amabile e amato o il suo contrario, e l'uomo. II libero arbitrio e una
preziosa condizione sicuramente sottovalutata, che ci permette, senza nessun legaccio
di sorta, di operare una scelta anziché un'altra. II libero arbitrio, pero, e
una condizione insidiosa, e il presupposto per maturare o regredire, ci fa
aiutare gli altri o ci rende egoisti, ci fa diventare grandi uomini o persone chiuse
al mondo esclusivamente interessati alla propria personale sfera vitale, ben
attenti che nessuno la invada, oppure sinceri fratelli. Nessuna altra entità nell'universo
possiede il libero arbitrio al di fuori dell'uomo, per esempio la luna non può
decidere una rivoluzione intorno alla terra diversa da quella che svolge
naturalmente da milioni di anni, gli ovini non hanno la possibilità di scegliere
se mangiare l'erba o la carne, gli alberi non possono scegliere se perdere o no
le foglie in autunno e rigenerarsi in primavera.
II momento della scelta, in generale, e un momento magico in
cui tutte le forze, le convinzioni, le ideologie che si sono fatte proprie, le
esperienze, l'entusiasmo concorrono ad un risultato che può essere illuminante,
dare uno scopo alla propria vita o può costare caro e bene lo potrebbero testimoniare
i tanti eretici che spesso hanno sacrificato la propria vita per un'idea sulla
cui base posava la scelta fatale. Perché inserire gli eretici in questo contesto?
Perché la parola "scelta" e presente nell'etimologia della parola
"eresia". La parola eresia deriva dal greco αἵρεσις , derivato a sua
volta dal verbo αἱρέω ( "afferrare", "prendere" ma anche
"scegliere" o eleggere"). L'eretico non sarebbe altro che una
persona che sceglie, in contrapposizione con coloro che non scelgono, cioè chi
accetta supinamente, soprattutto i dogmi, nelle speculazioni religiose. II
rifiuto del dogma, e alla
base dell'azione dell'Eretico. Essere eretici non significa,
tuttavia, opporsi necessariamente all'eventuale dogma, ma vuol dire rivendicare
la liberta di avere un punto di vista critico e consapevole e un confronto
continuo tra opposti trovando una eventuale sintesi. II dogma si potrebbe anche
alla fine accettare, ma non incondizionatamente, solo dopo un'analisi critica,
si accetterebbe consapevolmente e non sarebbe stato recepito per imposizione o
per pigra convenzione sic et simpliciter. Per essere presente una eresia,
intesa, quindi, come scelta diversa dalla consuetudine, deve anche esistere una
ideologia o una ideologia usata strumentalmente come quella religiosa nel
passato, per cui ne deriva che, di un'ideologia si può esserne in disaccordo
pur rispettando le persone che la condividono, ma l'ideologia falsa e
strumentale e decisamente combattuta sicuramente da tutti gli illuminati e da
tutti gli onesti e i liberi pensatori. Gli eretici condannati, bruciati vivi,
fino al 1621 (dopo questa data si abbandono questo tipo di cruenta condanna) se
ne possono contare un migliaio riconosciuti storicamente divisi in : valdesi,
Luterani, anabattisti, protestanti, apostasi (Giovanna d'Arco), riformatori
(Savonarola), mennoiti, antitrinitari, millenaristi una vera strage per
difendere le posizioni di potere conquistate negli anni. Giordano Bruno, per
esempio, e stato uno degli esempi più significativi di eretico positivi. Era un
illuminato e, come tale, non poteva esimersi dal condannare il filone legato
strettamente al potere terreno della Chiesa che rispondeva a dettami
completamente diversi da quelli primigeni, era un grande religioso che
considerava l'entita suprema come fine ultimo della condizione terrena di un
uomo, a cui poteva giungere autonomamente, anche senza l'aiuto della Chiesa a
differenza del pensiero concepito all'epoca, in quanto Io spirito divino e in
ognuno di noi e quindi sta a noi saperlo ricercare e addivenire alla
"luce", anche senza l'intercessione della casta religiosa che, in
questo modo, veniva a perdere una larga fetta di potere. G. Bruno perde la vita
per un'ideologia. AI contrario Tommaso Campanella, non proprio per un'ideologia
ma per una serie di suoi scritti, che fu imprigionato nello stesso periodo di
G. Bruno, ha un comportamento completamente diverso da quello di Bruno, fa di
tutto per essere liberato fino a fingersi pazzo pur di non essere giustiziato.
Campanella ricorda nella "Citta del sole", opera
di carattere utopico in cui descriveva una citta ideale utopica governata dal
Metafisico, anche le sue terribili torture subite, proprio nelle ultime parole
dell'opera "Ma non trattenetemi oltre che ho da fare: Sai bene che ho gran
fretta. Continuerò un'altra volta. Sappi solo questo ancora: che essi credono
sommamente al libero arbitrio e sostengono che se dopo un supplizio di 40 ore
un uomo non si convince a parlare se ha deciso di tacere neanche l'influsso degli
astri può forzarlo" Tommaso Campanella si salva grazie a uno stratagemma.
Giusto per dovere di completezza aggiungerei un altro grande
personaggio sempre del periodo e sempre sospettato di eresie accusato di voler
sovvertire la filosofia naturale aristotelica e le Sacre Scritture, Galileo
Galilei, che, a sua volta, pur di potere continuare i suoi studi e i suoi
esperimenti dovette far appello all'abiura, altra scelta diversa dai primi due.
Galileo Galilei si salva attraverso un pensiero ragionato. La
liberta arbitraria dei tre personaggi su descritti ha fatto in modo di
apportare degli importanti cambiamenti nelle conoscenze scientifiche;
immaginate se Galileo Galilei avesse scelto di sacrificarsi o che Bruno avesse
optato per l'abiura.. chissà dopo quanti anni avremmo fatto le scoperte
galileiane e forse Giordano Bruno non sarebbe altro che uno dei tanti pensatori
dimenticati nei meandri della storia. Tornando un po' indietro nel tempo con Erasmo
da Rotterdam la teoria sul libero arbitrio diventa un importante tema di
discussione ad altissimo livello addirittura vedeva contendenti lo stesso
Erasmo contro Martin Lutero, esaminando la problematica attraverso due trattati
il "De libero arbitrio "di Erasmo e "II servo arbitrio" di
Lutero. II concetto di Erasmo parte da un considerazione di base :
"Nascita sviluppo e esito finale". Di cui il primo e ultimo elemento riguardavano
"la Grazia" e il centro era questo il percorso che poi faceva
sfociare l'anima di un essere umano verso la Grazia o verso la perdizione, era
guidato proprio dal libero arbitrio cioè quell'elemento che rende la vita di un
uomo significativa, al contrario di ciò che affermava Lutero che tutto era
guidato da Dio e quindi con una accezione prettamente predeterminata era il
destino già scritto che guidava la vita di ogni uomo. Le scelte “tout court” vanno
cosi a configurarsi in un ambito universale come un elemento importante
dell'armonia. L'armonia, sia ben inteso, per esprimersi al meglio, ha bisogno
di elementi disuguali, ma non per questo contrari. L'armonia si esprime al
meglio in un ambito complementare che bene viene enucleato nell'ambito musicale
in cui le sette note, che possono sembrare poche ma che nelle diverse
combinazioni aumentano esponenzialmente il loro numero, nella sequenza armonica
una nota che e in armonia in un particolare contesto con un'altra risulta
completamente dissonante in una determinata tonalità ma, invece, completamente
in sintonia con la stessa nota in un'altra tonalità ancora. Nei gruppi sociali avviene
ne più ne meno la stessa cosa una persona in un determinato momento risulta in
armonia con un altro, mentre in un altra occasione a distanza di qualche tempo
risulta in completa dissonanza. Mentre le note rispondono a un disegno definito
dal compositore, l'uomo risponde a un disegno tracciato dalla volontà umana in
cui si può scegliere di essere tolleranti o indisporre, di accettare la
provocazione o comprenderne la ragione. Bene, detta cosi potrebbe essere anche abbastanza
semplice se non ci fossero gli altri liberi arbitri delle altre persone agenti
con i due contendenti, per cui, come nella musica, non si tratta di fare un
intervallo armonico consonante con due sole note, ma bisogna fare ciò che in
musica si definisce accordo. Gli accordi, per stare bene in sequenza devono
seguire comunque una melodia il tema tracciato che se e comune Io schema melodico
funziona ma, se il tema, in altre parole l'obiettivo e diverso un accordo che
poteva essere consonante con una melodia risulta dissonante con un'altra suonata
contemporaneamente, fuori da metafora, e la divergenza dei fini che crea quella
disarmonia di cui tanto soffriamo nel mondo moderno che dobbiamo cercare di
debellare. In parole povere, se io lavoro per produrre e far crescere l'azienda
nella quale svolgo il mio compito e un altro lavora solo per portare a casa lo stipendio
impegnandosi il meno possibile, siamo completamente divergenti e quindi
difficilmente armonici, non seguiamo lo stesso disegno melodico di cui sopra,
se, invece, siamo due persone che hanno lo stesso obiettivo, possiamo essere
d'accordo e complementari raggiungendo insieme e meglio l'obiettivo comune
senza conseguenze non intenzionali, evitando l'eterogenesi dei fini teorizzata
da Della Porta o altri tipi di inquinamenti devianti.
Si potrebbe obiettare cosa centra tutto cioè con
l'esoterismo e la massoneria? Gli obiettivi comuni, la linea melodica, quella
traccia che fa in modo che ognuno scelga, secondo il proprio punto di vista, di
apportare un contributo alla causa, di pensare e fare il bene per l'umanità,
anche eventualmente a discapito del proprio e di ricercare il proprio
miglioramento, e l'energia comune il fil rouge, la melodia comune che,
seguendola tutti, anche nella molteplicità di idee e di ottiche diverse, produce
quella consonante armonia cui tanto aspiriamo ci fa sentire uniti ci fa sentire
uomini ci fa sentire fratelli.
M. B.
Note:
1 Gli Anabattisti non usarono mai questo nome per
definirsi credenti, tra loro si chiamavano semplicemente "Fratelli in
Cristo" o "Fratelli". II termine "anabattista" fu
coniato dai loro nemici con intento mistificante: quando gli
"anabattisti" battezzavano i credenti, non intendevano, infatti,
"ribattezzare", perché per loro il battesimo dei neonati, un battesimo
ricevuto per volontà altrui e per interposta persona, era nullo.
2 I Mennoniti costituiscono la più numerosa delle
chiese anabattiste. Devono il loro nome a Menno Simons (1496-1561), che assicurò,
riorganizzandoli, la sopravvivenza degli anabattisti olandesi dopo che questi stavano
attraversando un periodo di gravissima crisi, in seguito agli eventi di
Milinster (1535). Ad oggi si contano più di un milione e mezzo di mennoniti nel
mondo, soprattutto negli Stati Uniti, sulle coste caraibiche in Honduras, in
Paraguay (soprattutto tra i discendenti degli immigrati tedeschi), in Canada,
in Africa e in India.