- La Musica non racconta storie, essa semplicemente è!
Maestro
Venerabile,
sono onorato di poter tracciare una tavola in occasione della
celebrazione del 55° anno di vita e di ‘armonico lavoro’ della nostra Officina,
in nome dell’universalità della nostra
Istituzione vorrei inoltre ricordare con questo lavoro il fratello Sergio
Fiorentino.
Le mie riflessioni riguarderanno un linguaggio potente e
penetrante che si intreccia secondo il mio parere con il nostro percorso di
ricerca esoterica in modo indissolubile; la Musica!
‘La Musica non
racconta storie, essa semplicemente è!’, affermava il grande Direttore Leonard
Bernstein; è il modo in cui ci fa sentire quando l’ascoltiamo, rendendo impossibile la descrizione dello
stato di vibrazione magica nella quale si libera, manifestandosi, la nostra
parte più profonda.
Il ‘Silenzio’, è il primo stato necessario da raggiungere,
sia per l’ascoltatore che per l’esecutore, per la predisposizione e la
successiva assimilazione del flusso sonoro che nasce dalla nostra natura
primordiale. Questo stato è perfettamente identico al Silenzio e
all’introspezione dell’Apprendista per l’inizio della comprensione del Cosmo racchiuso
nell’infinità del Tempio.
La Musica è il prototipo di tutte le forze presenti in questo
Cosmo, è il linguaggio ermafrodito che
lega il Cielo e la Terra in un’unica trama armonica, racchiude in sé la sintesi
di elementi profondamente antitetici; le prime testimonianze sul suo ruolo nel
mondo ci vengono date dai miti della creazione e del conseguente ‘chiarore’.
Secondo alcuni popoli primitivi questo chiarore era
richiamato dal canto di un Gallo Divino.
Essa si colloca tra le tenebre e la ‘luce del primo giorno’,
tra l’oscurità della vita inconscia e quella luminosa della rappresentazione
intellettuale, è per l’uomo una possibilità!
La stessa simbolica possibilità che cerca il recipiendario
nell’iniziazione, nella visione del proprio V.I.T.R.I.O.L. e del conseguente
urto con se stesso e del proprio Caos; nel Gabinetto di Riflessione ritroviamo
il canto di quel Gallo Divino che annuncia all’uomo la probabile fine della
notte attraverso la Vigilanza e la Perseveranza.
Il ‘perfezionamento musicale dell’uomo’, diventa un processo
senza fine sostenuto dal dubbio e caratterizzato dalla lettura del mondo
interno ed esterno attraverso i simboli presenti in Loggia. Nella mia visione la
Massoneria e la Musica sono per molti versi simili e si alimentano l’una con
l’altra.
Pensiamo ad un’orchestra e alle linee melodiche dei singoli
strumenti, ogni uno ha la sua linea indipendente, ma legata indissolubilmente
alle altre e all’idea del tutto; l’orchestra infatti ha un unico suono e respiro; tutti ‘viaggiano’ attraverso le linee
architettoniche che consapevolmente sono state tracciate dal compositore.
Cosa sarebbe il singolo senza la ‘risonanza’ dell’altro?
Un Libero Muratore da solo non sarebbe tale se accanto a lui
non ci fossero i Fratelli, verrebbe a
mancare la stessa idea di Massoneria svuotata del suo valore fondamentale e cioè
della Vera Fratellanza. Il Vincolo che lega le note, i simboli e i Liberi
Muratori, è la Forza dell’Armonia, che nella speculazione
interiore, traccia la strada ideale da seguire e che in questo legame profondo ci
rende liberi.
Ma dove risiede la vera essenza della Musica?
Ritorno ad una delle rappresentazioni ancestrali che l’uomo
le dà con il mito della creazione della
‘materia’ avvenuta attraverso la vibrazione del nulla.
Questa vibrazione, diventa la manifestazione dell’unità
assoluta che risiede celata in noi, è la musica quindi il primo collegamento
diretto pensato dall’uomo per ritornare ad essa; nel corso della storia questo
‘Collegamento’ è stato codificato e regolato da leggi precise, il ‘fenomeno
acustico’ si è strutturato all’interno di una metrica musicale.
Le
sette note sono i pilastri sicuri, le fondamenta per edificare templi musicali
e spirituali; tra l’altro la notazione attuale è dovuta alla codificazione, avvenuta
nel XII secolo, di Guido D’Arezzo che estrapolò
da un canto a S. Giovanni, legato simbolicamente alla nostra Istituzione, le
sillabe iniziali dalle prime sette
frasi, corrispondenti alla scala
musicale.
Per
la ricerca ed il ritorno all’unità primordiale, non bastano le sette note, in
quell’unità c’è lo sguardo verso la volta stellata; la verità?
Il
significato esoterico della musica può condurre alla ricerca ciò che và oltre
ripercorrendo il ‘viaggio’ della creazione al contrario verso l’infinito.
In
questo viaggio ogn’uno potrà ricercare la propria ‘Ottava Nota’!
Maestro
Venerabile, prima di lasciare spazio alla Musica e continuare la Tavola con il
suono del pianoforte, introduco la composizione che mi accingo ad interpretare.
Essa
è stata concepita da F.Liszt, uno dei più grandi geni del Romanticismo Musicale
ed Iniziato nella nostra Istituzione nel 1841;
è intitolata ‘Après une lecture du Dante-Fantasia quasi Sonata’ ed
ispirata ad un poema di V.Hugo legato della Divina Commedia.
L’incipit
del brano e la discesa agli Inferi, è caratterizzato dalla tonalità di Re
minore utilizzata anche da altri compositori per rappresentare la morte e da
note che formano un intervallo definito nel Medioevo Diabolus in Musica, questo intervallo sarà sempre presente nel
viaggio musicale, fino all’ultima fase, dove al cospetto della Luce, l’uomo porterà
dentro di sé la sua origine.
L.R.
Ascolto
consigliato:
F.Liszt - ‘Après une lecture du
Dante-Fantasia quasi Sonata’, Pianista Claudio Arrau.
I
Parte:
II
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