18 agosto 2011

- Eggregoro



L'uomo sin dall'inizio dei tempi, si è posto molte domande circa l'origine della propria esistenza e del mondo che lo circonda; tuttavia analizzare in modo semplice e razionale la condizione dell'uomo, non è una cosa molto semplice. Inizieremo facendo una domanda basilare, « che cosa è la realtà? ». Dando uno sguardo intorno a noi e guardando il mondo visibile che ci circonda, comprenderemo la domanda. Intorno a noi esiste una grande quantità di cose che la scienza ha chiamato «materia»; vediamo in azione, nelle sue innumerevoli forme di manifestazioni qualche cosa di meraviglioso chiamato «forza» od «energia»; assistiamo a varie manifestazioni a cui diamo il nome di «forme di vita», dalla più piccola macchia di fango fino a quella forma che chiamiamo Uomo.
Ma dal punto di vista fisico, cosa è la materia? La materia è esattamente una vibrazione di energia pura, a diversi livelli di oscillazione secondo la propria natura e specie. Il livello energetico e la frequenza oscillatoria, determinano rispettivamente la temperatura e la massa. Infatti moltissime persone conoscono i principi sanciti da A. Einstein e, tra questi il più ricco di conseguenze è costituito dall'equivalenza massa-energia, per cui una certa massa può trasformarsi integralmente in una quantità di energia pari al prodotto della massa stessa per il quadrato della velocità vibratoria (E = mc2). L'equivalenza tra massa ed energia ha trovato, tra l'altro, conferma nei processi nucleari di fissione, in cui rappresenta il presupposto teorico della possibilità di ottenere energia da tali reazioni. Anche nei processi di combustione è possibile valutare l’effetto di trasformazione della massa in energia; infatti sommando il peso delle ceneri ai gas prodotti in tale meccanismo, vediamo che il peso risultante sarà molto inferiore al peso iniziale del materiale combustibile; da ciò si deduce che parte della materia si è trasformata in energia. Ma cos’è l’energia ? L’energia viene definita sommariamente dalla scienza attuale, come la capacità di un corpo a compiere un lavoro; ma realmente abbiamo appena visto che tutto è energia, in diversi stati, a diversi livelli vibratori in quantità diverse, ed anche noi siamo soltanto e puramente energia. Abbiamo appena detto che l’energia ha diversi stati e delle peculiarità studiate dalla fisica moderna, oltre alla massa l’energia è anche l’elettricità, magnetismo, calore, luce, onde radio, radiazioni e tantissime altre forme conosciute ed in via di scoperta come i neutrini e che hanno la particolarità di attraversare tutta la materia senza alcuna sensibile modificazione o il Bosone di Higgs chiamato anche particella di Dio, ancora in fase di ricerca al CERN di Ginevra. Gli stati attualmente conosciuti dell’energia, vanno dal solido, liquido, gassoso, plasma ed infine allo stato eterico o etere; mentre tutti conoscono i primi tre stati della materia, non tutti conoscono gli altri due e ritengo utile dare un breve accenno di questi. Lo stato di plasma, è un particolare stato della materia detto anche “ionizzato”, cioè quello stato che si trova normalmente all’interno di un tubo catodico, all’interno di un fuoco o all’interno di una fissione nucleare e si chiama ionizzato, perché la materia riesce a liberare elettroni dal nucleo atomico con estrema facilità a causa della forte riduzione della banda di valenza energetica. Lo conduzione elettrica nello stato di plasma, ha anche ulteriori peculiarità e cioè di essere modulabile da campi magnetici esterni ed inversamente, modulando il flusso elettrico si modifica il campo magnetico generato. Cosa vuol dire quanto appena detto? Che un tubo termoionico è un amplificatore, come ad esempio succede nelle vecchissime valvole in uso prima dei transistor; non solo, se prendiamo ad esempio un normalissimo cannello Bunsen a gas e sovrapponiamo a questo una griglia metallica ed applichiamo le due uscite di un amplificatore audio, collegandone uno alla carcassa del cannello e l’altro alla griglia metallica, accendendo la fiamma ed avviando una qualsiasi riproduzione musicale, avremo il prodursi di due effetti: il primo è che immediatamente udremo il diffondersi della musica attraverso la fiamma che funge da altoparlante; ed il secondo che intorno alla fiamma avremo un campo magnetico variabile sincronizzato con la musica stessa. Inoltre, esiste anche l’effetto opposto, cioè applicando un campo magnetico variabile, si riesce a modulare la fiamma ed indurre in essa una corrente elettrica come fosse un conduttore che risponda ai ben noti principi di Faraday, Neumann, Maxwell e Lenz. Lo stato di cui stiamo trattando non ha soltanto le proprietà accennate, ce ne sono tantissime altre, alcune relativamente note e forse moltissime ancora da scoprire; tra le prime possiamo annoverare la proprietà emittente, cioè l’emissione di radiazioni elettromagnetiche e raggi disparati tra cui i raggi X, i raggi canale ed uno spettro vastissimo che, alla luce delle esperienze attuali va, secondo le frequenze e quindi varie lunghezze d’onda, dalla emissione radio ai raggi denominati cosmici. L’Etere o stato Eterico, è un principio ancora non ben noto alla fisica attuale e fonte di continui studi e modifica delle teorie in merito. Si basa principalmente sull’osservazione di un fenomeno particolare cioè l’attraversamento nel vuoto assoluto di onde radio e radiazioni particolari che si trasferiscono da un luogo all’altro senza nessun attraversamento di particelle; l’etere infatti viene configurato come avente le caratteristiche di un fluido, e cioè si può mettere in vibrazione e trasmettere onde come quando si lancia un sasso in uno stagno. Questa osservazione sottintende che : Primo, tutto l’universo sia pregno di etere a partire dagli spazi inter atomici, agli spazi inter galattici; altrimenti la luce e le onde radio ed i campi magnetici nel vuoto non si potrebbero trasmettere: Secondo, la vibrazione è una modificazione energetica dove a zone di maggior concentrazione corrispondono zone a minor concentrazione, come il caso delle onde dello stagno generate dal lancio del sasso. Quanto appena detto vuol significare che in alcuni modi è possibile variare il contenuto energetico di alcune zone dell’etere, altrimenti non avremmo il fenomeno della propagazione delle onde e quindi anche l’etere, secondo la mia personale interpretazione, dovrebbe sottostare alle leggi della fisica già accennate. Comunque l’osservazione dei fenomeni cosmici, fa rilevare che tramite l’etere si propagano nello spazio radiazioni generate dalle più disparate forme di corpi celesti. Tutto l’universo è una grandissima pulsazione energetica generata principalmente da varie forme di applicazione naturale del plasma, modulato da campi elettromagnetici di varia natura. Per quanto riguarda l’uomo, l’energia , in tutte le forme possibili, rappresenta l’essenza stessa dell’essere, a partire dalla costruzione della più elementare delle cellule a quelle più complicate come quelle del cervello. Se pensiamo alla costituzione della cellula elementare, vedremo che essa ha una differenza di potenziale elettrico tra la membrana esterna ed il nucleo che può variare tra –70 e + 30 millivolt, e che questa differenza di potenziale è necessaria alla pompa sodio – potassio per lo scambio delle sostanze nutritive; inoltre a causa delle correnti elettriche interne, ogni cellula ha un proprio campo magnetico ed emissione di onde radio. Tramite quest’ultima peculiarità, si instaura un collegamento con le cellule vicine e tra queste e la periferia nervosa. Inoltre, è stato notato che il trasferimento del codice matrice delle cellule staminali avviene sia tramite informazioni radio che tramite campi elettrochimici. Ricordiamo che le cellule staminali, sono quelle cellule generate dal midollo spinale, ed hanno la particolarità di essere cellule senza matrice e quindi adatte a sostituire qualsiasi tipo di cellula presente nel corpo. Se consideriamo l’organismo umano come un’insieme cellulare, vediamo che il corpo genera
costantemente campi elettrici e magnetici e questi a sua volta sono immersi in altri campi generati dall’ambiente circostante e da altri individui. E’ chiaro a questo punto che ogni individuo interagisce con i sistemi energetici circostanti e che in determinate occasioni si possano verificare fenomeni di risonanza o fenomeni di tipo Doppler, cioè di sommatoria algebrica delle frequenze emesse dai vari sistemi. Logico anche dedurre che in presenza di campi interferenti le informazioni alle cellule staminali possano essere modificate da elementi estranei al sistema in uso. Non solo, anche le cellule funzionanti possono essere inibite e/o modificate da fattori esterni come ad esempio radiazioni di varia natura. Comunque le cellule costituenti il corpo, sembrano dialogare tra loro ed abbiano una “mente” propria che coordini le funzioni di ciascuna cellula. Oltre alla mente cellulare, esiste anche la mente di insieme e sotto insieme. Cosa vuol dire ciò? Vuol dire che una singola cellula quando entra a far parte di un gruppo di cellule similari, acquisisce e forma una mente comune a tutto il gruppo; ad esempio: se prendiamo una singola cellula che entra a far parte del muscolo cardiaco, essa si contrae e si estende contemporaneamente alle altre del proprio gruppo in modo coordinato; lo stesso vale per qualsiasi cellula che entra a far parte di qualsiasi altro organo. Ciò vuol dire che le cellule unite, hanno oltre alla propria mente, la mente di gruppo. Ad esempio nel caso del cuore, se asportiamo una piccola parte di tessuto, avremo modo di notare che esso dopo la asportazione, continua a contrarsi all’unisono con le cellule rimanenti qualora esso rimanga nelle immediate vicinanze dell’organo principale. Qualora tale tessuto sia allontanato a distanza notevole e rimanga ancora vivo, il ritmo potrebbe cambiare. Oltre a questa mente di insieme, esiste anche la mente di insieme a livello superiore e cioè di gruppo di insiemi in ordine crescente; quale esempio vorrei citare l’essere, il gruppo di persone, il nucleo familiare, la tribù e la nazione. Questa affermazione sembra incredibile ma ci sono le prove che quanto affermato è vero; ad esempio vorrei citare uno studio eseguito in alcuni college femminili inglesi; è stato registrato che il giorno di inizio del ciclo mestruale di ciascuna delle collegiali abitanti in una stessa camerata all’inizio dell’anno scolastico era sfalsato rispetto alle altre, gradatamente con il trascorrere del tempo il ciclo tendeva a sincronizzarsi su quello della ragazza dominante del gruppo. Inoltre, le tendenze di gusti, abitudini, ideali politici e linguaggio, tendevano ad uniformarsi creando uno spirito di corpo. Pertanto ciascuna cellula è “sintonizzata” con le altre dello stesso gruppo cellulare e la cosiddetta
“mente di insieme” con la mente del corpo dell’individuo. Per riprova di quanto affermato, se per mezzo di uno sforzo volitivo imponiamo alla mente alcune emozioni forti in assenza di una causa oggettiva, notiamo immediatamente delle ripercussioni sui vari sistemi del corpo quale ad esempio quello circolatorio. Infatti molte malattie derivano essenzialmente da cause similari e si chiamano somatizzazioni di stati mentali. Se riflettiamo un momento, con le osservazioni appena fatte, abbiamo visto che lo stato ionizzato della materia corrispondente alla cellula si collega ad altri gruppi analoghi formando una mente di insieme ed anche una coscienza di insieme; ciascuna cellula dialogando e sincronizzandosi con le vicine ha coscienza della presenza delle altre ed interagisce con queste. Il gruppo cellulare denominato “cervello”, durante le varie fasi della giornata emette continuamente delle onde di sincronizzazione, che trovano origine dalle varie frequenze emesse dalle singole cellule e che hanno una frequenza risultante, secondo i fenomeni noti come effetto Doppler ed applicazione del teorema di Fourier, un’onda tipica la cui dominante è servita a catalogare alla scienza medica, le attività peculiari dell'organismo. Ad esempio: Le Onde delta, distinguono la condizione di sonno profondo, ed hanno una frequenza compresa tra 0,1 e 3 Hz e sono associate al più profondo rilassamento psicofisico, al sonno senza sogni, dell'abbandono totale e vengono prodotte durante i processi inconsci di autogenerazione e di autoguarigione; Onde theta: sonnolenza e primo stadio del sonno, la loro frequenza è compresa tra 3 e 7 Hz e sono proprie della mente impegnata in attività di immaginazione, visualizzazione, ispirazione creativa, intuitiva e di una capacità immaginativa radicata nel profondo; Onde alfa: rilassamento vigile, hanno una frequenza che varia da 7 a 13 Hz e sono associate a uno
stato di coscienza vigile, ma rilassata, dominano nei momenti introspettivi o in quelli in cui più acuta è la concentrazione per raggiungere un obiettivo preciso; Onde beta: denotano uno stato di allerta e di concentrazione ed hanno una frequenza che varia da13 a 30 Hz, sono associate alle normali attività di veglia, quando siamo concentrati sugli stimoli esterni. Ecco la conferma di quanto accennato in precedenza e cioè che l’organismo umano è un microcosmo che interferisce, dal punto di vista energetico, con tutto quanto lo circonda, ed è in grado di organizzarsi energeticamente con altri organismi limitrofi al fine di aggregare un “gruppo simpatico” (similia similibus). In precedenza, abbiamo effettuato alcune considerazioni sommarie e personali degli ultimi due dei cinque stati della materia ed alcuni effetti sull’uomo e sempre secondo il mio punto di vista, tutti questi stati di aggregazione dell’energia corrispondono agli elementi base delle antiche filosofie. Sono
convinto che lo stato solido si riferisca all’elemento terra, lo stato liquido all’elemento acqua, lo stato gassoso all’elemento aria, lo stato di plasma all’elemento fuoco ed infine il quinto elemento, il principio creatore, all’elemento eterico; questa considerazione riporta la mia mente al tempio massonico. Mi piacerebbe infatti analizzare il tempio sia dal punto di vista energetico che come rappresentazione del microcosmo e macrocosmo, dove qualora sia costituita una loggia, questa possa essere assimilata ad una cellula vivente, dove i fratelli rappresentino i cromosomi della stessa, ed il campo magnetico sia quello generato da ogni singolo fratello ed il campo elettrico generato ed amplificato da quella sorgente di plasma costituito dalle tre candele al centro del Tempio. Si potrebbe altresì pensare ad una tornata di Loggia come un sistema solare gravitazionale dove intorno alla sorgente luminosa ruotino sistemi energetici formati dai fratelli. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di valutare per gradi. Cominciamo parlando del rito di iniziazione, dove al candidato vengono fornite tutte quelle indicazioni che gli permetteranno diventare iniziato all’arte regale; all’interno del gabinetto di riflessione, vengono fornite moltissime indicazioni tra le quali quella di cercare il proprio sé ovvero la parte spirituale dell’essere. A questo punto, vorrei far notare l’analogia del rito di iniziazione con la modificazione degli stati della materia; se ad un corpo solido forniamo energia, abbiamo un cambiamento di stato e questi dovrebbe passare allo stato liquido; continuando a somministrare energia, cambia ancora lo stato di aggregazione diventando gassoso, e continuando la somministrazione, plasma ed infine stato eterico. Secondo il mio punto di vista, la purificazione con gli elementi del candidato potrebbe essere un invito ad elevare il proprio livello energetico al fine di liberare l’uomo dalla scoria al fine di vivere all’interno del tempio a livello eterico. Potrebbe altresì essere una preparazione del candidato all’ingresso in un luogo ad altissimo contenuto energetico o ad altissima vibrazione energetica. Per quanto riguarda la permanenza nella sala dei passi perduti, sono convinto che tale procedura, sia necessaria al fine di sincronizzare lo stato mentale e quindi il sincronismo delle vibrazioni emesse da ciascuno dei fratelli; mentre l’elevazione del livello energetico avviene per mezzo dell’ingresso rituale e squadratura del tempio. Secondo la legge di Lenz, un conduttore immerso in un campo magnetico variabile, genera una forza elettro motrice indotta ed il verso di tale corrente viene stabilito secondo la legge della mano destra. Con la deambulazione all’interno del tempio, se assumiamo il corpo fisico dei fratelli quale campo magnetico rotante, ed il conduttore costituito dal campo di plasma delle tre luci, secondo il verso di rotazione possiamo avere un flusso di energia discendente se la deambulazione sarà di verso orario ed ascendente con il verso antiorario. Da notare che la legge fisica sul magnetismo applicata, è la stessa che viene utilizzata nella costruzione di motori elettrici ed altre apparecchiature similari. Quindi, posto che l’unico elemento conduttore che possa essere considerato tale è lo stato ionizzato formato dalla fiamma delle candele, è logico pensare al campo magnetico variabile quello emesso dai fratelli deambulanti all’interno del tempio e logicamente secondo le regole del magnetismo qualora intendiamo generare un flusso di energia discendente verso il pavimento, tale deambulazione deve essere oraria. A cosa può servire un flusso di energia di questo tipo? Secondo il mio modo di vedere, i risvolti di questa situazione possono essere molteplici ed in particolare vorrei far notare sulla scorta delle osservazioni già accennate in merito ai campi elettromagnetici riferiti al corpo umano, che questi è attorniato da un campo di energia che le discipline esoteriche orientali chiamano Aura, e che la vibrazione energetica è diretta funzione dello stato psichico come chiaramente si comprende dalle osservazioni sulle onde mentali. Quando i fratelli si ritrovano nella sala dei passi perduti e procedono al rituale raccoglimento di riflessione prima dell’ingresso nel tempio, le frequenze mentali si dovrebbero sincronizzare su un unico intervallo di frequenze comune a tutto il gruppo e secondo il teorema di Fourier applicato alle frequenze in elettronica, si dovrebbe generare una frequenza unica ed una serie di frequenze armoniche la cui ampiezza è la somma vettoriale delle frequenze concorrenti al processo. Oltre quanto accennato, esiste anche un fenomeno chiamato risonanza, che dovrebbe tendere ad esaltare quelle frequenze prossime alla frequenza dominante del gruppo. In acustica (branchia della Fisica) si studia infatti che disponendo di due diapason concordi, se posti nella stessa stanza e ponendo in vibrazione uno soltanto di essi per mezzo di un martelletto, dopo alcuni secondi anche il diapason che risultava in quiete si pone in oscillazione alla stessa frequenza di quello sollecitato. Ecco quindi rivelarsi un effetto valanga su quei fratelli raccolti nella sala dei passi perduti che si trovano in raccoglimento; ognuno di essi tende a sincronizzare la propria frequenze mentale con il fratello vicino a patto però che esistano condizioni di similitudine sullo stato d’animo ed identità di intenti. E’ sufficiente che ci sia un solo fratello con vibrazione discorde, sempre secondo il teorema di Fourier, che si generino frequenze contrastanti e che l’effetto risonanza sia perduto. Ovvio dedurre che le energie utilizzate dal corpo umano possano essere sfruttate per compiere un lavoro secondo la volontà del gruppo di persone che si riunisce a tale scopo. In un dizionario esoterico , troviamo una curiosa dicitura riguardante un termine poco conosciuto. Eggregoro: Termine derivato dal greco vegliare, impiegato per la prima volta nell'apocrifo Libro di Enoch, dove designa certe entità sovrumane dal carattere piuttosto enigmatico. In tale accezione starebbe a significare colui che veglia. Altre implicazioni si hanno nel suo impiego moderno, introdotto da Eliphas Levi, che diede alla parola la dubbia origine latina di grex, gregge, per cui l'Eggregoro starebbe ad indicare un qualsivoglia psichismo collettivo. Tale sembra essere anche il parere del Boucher, che in un'annotazione del suo libro (Simbologia Massonica) designa nel libro di Enoch gli angeli che avevano giurato di vegliare sul monte Hermon, e li tradusse come i veglianti. Definisce Eggregoro un'entità, un essere collettivo evocato e
sorto nell’ambito di una assemblea. Ogni Loggia ha il suo Eggregoro, una sorta di invisibile protezione superiore evocata nel corso d'ogni Tornata rituale. Ogni Obbedienza muratoria possiede il suo, e la riunione di tutti questi Eggregoro forma il "Grande Eggregoro Massonico". Non intendo entrare in merito ad una eventuale presenza di entità di varia natura ma, dal punto di vista della fisica abbiamo visto la reale possibilità della cellula di interferire con le altre vicine per mezzo di onde radio e campi magnetici, è quindi presumibile e pienamente spiegabile dal punto di vista elettrotecnico che quanto osservato in precedenza sia oltremodo compatibile con le capacità umane di interferire a livello “magnetico” tra individui, e soprattutto possano spiegarsi anche dal punto di vista fisico fenomeni di psichismo collettivo. Esistono oltretutto molti ingredienti che concorrono alla creazione dello spirito di corpo e conseguente armonizzazione delle frequenze e quindi energie generate dal corpo umano, parlo della ritualità, utilizzo di luci, musiche, fuochi, suggestioni verbali e mentali ed altro ancora. In ragione di quanto precedentemente affermato, possiamo quindi evincere che la vera essenza della massoneria é specificatamente quello di utilizzare l’eggregore formato nelle tornate rituali al fine di migliorare la condizione umana e di conseguenza anche la qualità della vita dei fratelli della loggia stessa ma, come mai nelle logge e nella vita profana assistiamo a questo degrado, a questa condizione di stress e di profanità? Semplicemente perché l’Eggregoro non si forma più o si forma solo in rare occasioni e manca comunque di energia!
PRINCIPI di TEURGIA Prima di addentrarci, per quanto possibile, nell’analisi del lavoro di Loggia, vorrei riportare una piccola parte del pensiero del fratello Robert Ambelain e del fratello Charles Barlet, che chiariscono i termini della Teurgia e mettono in guardia gli studiosi circa le leggi che governano questa materia. La Teurgia (dal greco theos = dio e ergon = opera) è l’aspetto più elevato, più puro ed anche più sapiente, di ciò che l’uomo qualunque chiama Magia. Definire la seconda, per poi prenderne in considerazione solo l’essenza e l’aspetto più puri, vuol dire conseguire la prima. Ora, secondo Charles Barlet «La Magia Cerimoniale è una operazione con la quale l’Uomo cerca di costringere, con il gioco stesso delle Forze Naturali, le Potenze invisibili dei diversi Ordini ad agire secondo ciò che da esse richiede. A questo scopo, le afferra, le sorprende, per così dire, proiettando (con l’effetto delle “corrispondenze” analogiche che implica l’Unità della Creazione) delle Forze di cui egli stesso non è padrone, ma alle quali può aprire delle vie straordinarie, in seno stesso della Natura. Donde Pentacoli, sostanze speciali, condizioni rigorose di Tempo e di Luogo che occorre osservare pena i più gravi pericoli. Poiché, se la direzione ricercata è un pochino imperfetta, l’audace è esposto all’azione delle “Potenze” nei cui confronti non è che un granellino di polvere...» Charles Barlet chiama Forze Naturali e Potenze Invisibili quelle “entità” altrimenti dette Influenze Erranti. Secondo la visione esoterica esistono infatti delle entità non propriamente appartenenti all’universo fisico, entità che sono in grado di esercitare la loro influenza sul mondo materiale. A queste presenze vengono dati diversi nomi; alcune culture le chiamano demoni, spiriti. Scopo principale delle pratiche magiche è avvalersi di queste entità, e tramite riti ed invocazioni “costringerle” ad agire per un proprio tornaconto. Si distingue generalmente tra Magia Bianca e Magia Nera, a seconda che queste pratiche abbiano finalità costruttive o distruttive. In realtà tale distinzione risulta fuorviante, poiché dal momento in cui l’operazione di “interferenza” viene compiuta, si opera in un ambito in cui la Legge Universale vieta di agire, indifferentemente dal motivo per cui tale operazione è esercitata. Storicamente le pratiche magiche caratterizzano l’ultimo stadio della decadenza di ogni tradizione, e rappresentano sempre l’aspetto degenere di ogni forma di spiritualità. Non a caso lo stesso termine “superstizione” etimologicamente rimanda al concetto di “ciò che rimane”, ovvero quel “cadavere psichico” che una spiritualità estinta lascia dietro di sé nel momento della sua eclissi. Intervenire con le prassi magiche nel tentativo di manipolare le influenze erranti, oltre che operazione pericolosa, porta a conseguenze spesso nefaste, poiché tali operazioni aprono dei varchi tra il mondo materiale ed il mondo cosiddetto “sottile”, ovvero il campo in cui le influenze erranti convocate naturalmente agiscono. A differenza delle Magia, la Teurgia consiste invece in una serie di invocazioni atte a richiedere l’intervento benevolo della Divinità. Tale pratica è assimilabile alla “preghiera”, e contrariamente alla Magia non esercita alcuna “costrizione”, ma si limita ad elevare una “richiesta”. Per tale motivo la Teurgia rimane l’unica operazione ammessa, dal momento che non pratica alcuna violazione di quella Legge Universale che rimane unico punto fermo di ogni ricerca autenticamente esoterica. Il Teurgo non pretende di sottomettere, bensì di ottenere: il che è molto diverso! Per il Mago, il rito piega inesorabilmente le Forze alle quali si rivolge. Possedere il «nome», conoscere gli «incantamenti» è poter incatenare gli Invisibili, affermano le tradizioni magiche universali. In quanto al Teurgo non ha da temere alcuna «spiegazione» che diminuisca i suoi poteri poiché egli scarta di primo acchito ogni fattore materiale dotato di una qualsiasi virtù occulta, ogni forza racchiusa o infusa con dei riti nei suoi supporti materiali. Solo la Simbolica deve unirlo al Divino con lo slancio della sua anima, per veicolo. Subito si pone il problema: rivolgendosi a Dio attraverso il canale dello Spirito e del Cuore, non v’è da temere alcuna deflorazione del grande arcano, e, qualsiasi cosa accada nelle varie realizzazioni, il Mistero di queste ultime rimane integro. Ciò che il Mago pagherà alla fine con dolore, il Teurgo lo completerà in gioia. Come dice la Sacra Scrittura, il Teurgo ammassa inalterabili tesori, mentre il Mago fa un cattivo investimento. Spero che queste parole possano se non illuminare, quanto meno far capire ai fratelli il che il tema che stiamo trattando é estremamente delicato e merita molta attenzione e rispetto. Comunque, come dicevo in precedenza, ritengo necessario trattare questi argomenti in modo più semplice possibile cercando similitudini con la fisica attuale. Il mio convincimento é che se stiamo trattando fenomeni reali, questi fenomeni devono comunque obbedire alle leggi della fisica. Non é possibile che esistano in natura due leggi fisiche contrastanti tra loro; se questo si dovesse verificare necessariamente almeno una delle due deve essere in errore. La Tornata di Loggia é un rituale teurgico e all’interno del Tempio, se lavoriamo con tutti i canoni, ci incontriamo con il divino per inoltrare le nostre richieste non personali, ma finalizzate al bene e progresso dell’umanità. Quindi comincia a prendere corpo il concetto che il massone é un Teurgo. Da quanto appena detto, si intuisce l’importanza della tradizione iniziatica quale catena spirituale per tutti gli iniziati di tutti i tempi. L'iniziazione, e la Tradizione nell’Eggregoro iniziatico. Tradizione e Iniziazione sono termini inseparabili perché vivono l'uno dell'altro. La tradizione è paragonabile ad una catena le cui maglie uniscono passato e presente, ieri e oggi. La tradizione tramanda ciò che non deve essere perduto, ossia il meglio che l'uomo ha tratto da se stesso nei millenni della propria evoluzione. Le grandi civiltà della Storia sono società tradizionali e l'Egitto faraonico ne resta l'esempio più probante e magnifico. Il principale obiettivo di una società tradizionale è assicurare la perennità delle proprie acquisizioni spirituali e contribuire al loro sviluppo e arricchimento. Per fare ciò, esiste uno strumento efficace: il processo iniziatico. Offerto al ricercatore, esso lo incoraggia a superare i propri limiti, a ritrovare il proprio centro e a partecipare pienamente, attivamente, alla bellezza, allo splendore della civiltà alla quale appartiene. L'Egitto non ha inventato l'iniziazione, ha soltanto raccolto religiosamente e fatto fruttificare l'eredità della coscienza umana. Esso ha posto il processo iniziatico al centro del proprio cammino storico ed evolutivo; ha proposto l'iniziazione al re, al sacerdote e allo scriba, allo scultore e al muratore. In Egitto sono stati edificati templi iniziatici. Per la cultura egiziana, lo spirito ha sempre la preminenza sulla materia e, quando giunge il tempo della decadenza, quando il profano finisce per dominare sul sacro, questa civiltà millenaria si auto-distrugge volontariamente, con pazienza, dopo aver inciso il suo ultimo messaggio sui templi più recenti e dopo aver aperto le Scuole dei Misteri a tutti gli studiosi del mondo, affinché essi siano il lievito di una nuova fase della Tradizione iniziatica: la costruzione dell’Eggregoro Iniziatico Universale. L’“iniziazione”, è l'atto di essere ammessi ai Misteri, di essere indirizzati sulla via che porta alla Conoscenza. Spesso, tale Conoscenza è definita esoterica perché segreta. Il verbo iniziare è ricco di significati: si può essere iniziati per entrare a far parte di un gruppo, oppure iniziati ad un mestiere quando se n’apprendono i rudimenti per praticarlo perfettamente; si può essere iniziati ad una scienza per acquisirne la padronanza. In tutti i casi, l' idea che sottende qualunque iniziazione resta la rinascita. Il neofita, come il neonato, riceve la luce indispensabile ad un'evoluzione che non gli viene mai imposta ma solo suggerita, e che comunque prevede un processo iniziatico caratterizzato da una totale libertà, perché qualunque imposizione esterna rischia di vanificarlo. I testi sottolineano costantemente l'aspetto volitivo di tale processo. Il Libro dei morti, che ha anche un carattere iniziatico, ribadisce ripetutamente questo concetto: il defunto dirige la sua barca, tiene il timone, è l'unico artefice del proprio destino. Per la sua assenza di dogmi, la conoscenza iniziatica sfugge al fanatismo e all'intolleranza. In Egitto, non esistono libri sacri; persino i Testi delle Piramidi o il Libro dei morti sono considerati nient'altro che i custodi di una filosofia emozionante, destinata a favorire l'elevazione. Essi sono serbatoi d’energia creatrice, riattivata ad ogni istante dal pensiero degli adepti e conservata nel grande eggregoro iniziatico, dove vengono conservate tutte le acquisizioni iniziatiche di tutti i tempi. Ogni processo presuppone un cammino. L'iniziazione è una via piena d’insidie: le zone oscure del dubbio, gli enigmi della sfinge e il difficile duello contro il drago. Il processo iniziatico è un sogno ad occhi aperti, cosciente, la ricerca di un Altrove, di un Altro sé, di se stesso oltre lo spazio ed il tempo. Bisogna immergersi nell’oceano primordiale, nella materia prima, per ritrovarvi le membra sparse di un Osiride che porta il nostro nome. L’iniziazione è anche di natura empirica. Infatti, non esiste una "ricetta"; ogni neofita deve elaborare la propria, basandosi su un’esperienza non comunicabile, impossibile da trasmettere. Il rituale iniziatico non rivela il Mistero, crea semplicemente le condizioni propizie alla sua sperimentazione. Avendo provato ed integrato questo Mistero, l'adepto diventerà a sua volta “colui che conferisce ordine alla materia”. La sua conoscenza sarà quella del cuore; egli diverrà architetto, e potrà dichiarare: “Io sono il grande al di sopra del grande. Sono versato nelle parole divine che il re ha fatto penetrare dentro il mio essere. Mi sono elevato fino alle scienze divine, ho ammirato gli splendori di Dio, mi sono stati rivelati i suoi segreti. Io sono quello il cui essere è stato penetrato dalle parole divine. Fui iniziato al Verbo e fissai il mio sguardo sulle sue bellezze”. Trasmettere l' iniziazione, a temporale e universale, è un imperativo per chi è stato già iniziato. In tal modo, la catena iniziatica non viene spezzata e lo spirito contenuto nell’eggregoro verrà perennemente riattivato e conservato per le generazioni future. L'autenticità di un'iniziazione è garantita da questa catena di natura spirituale, da cui la definizione di “iniziazione regolare”. Tutt'altro che riservata ad un’élite, l'iniziazione si rivolge a tutti. Per contro, una scuola iniziatica tradizionale non deve mai fare proselitismo. Il tempio è chiuso ai profani e le porte si aprono solo se si bussa secondo le regole convenute. Talvolta si può attendere molto sulla soglia: Pitagora restò cinque anni sul sagrato del santuario di Ermopoli Magna. Quando infine la porta si apre, ci si rende conto che è stretta, bassa, tanto che bisogna curvarsi per attraversarla. L'umiltà e la pazienza, sono le chiavi per entrare in questo giardino. Bisogna poi attendere il momento giusto; a nulla vale entrare se, interiormente, non si è ancora pronti. All'interno del processo iniziatico, il progresso può richiedere sentieri adatti ad ognuno, corrispondenti all'evoluzione interiore, alla missione di cui si è investiti. Per comprendere chiaramente il grado d’evoluzione, non ci si deve accontentare di prendere in considerazione una sola esistenza, un'unica incarnazione. In campo spirituale, non si regredisce mai, ma si parte dal punto in cui ci si è fermati, da quella zona di riposo, d’aggiustamento, di presa di coscienza che separa due vite. Chiarito questo concetto, sarà più facile capire che esistono tre tipi d’iniziazione: - L’iniziazione spontanea, folgorante, detta autodidattica, che, come indica il suo nome, ha la rapidità del lampo e assume spesso il carattere di rivelazione. Essa, tuttavia, è frutto di una lunga preparazione interiore. Naturalmente, questo tipo d’iniziazione è accessibile solo ad esseri evoluti, che hanno già raggiunto il livello supremo di saggezza e spiritualità. - L’iniziazione provocata o simbolica, che resta quella della grande maggioranza degli adepti. Quando il cercatore è pronto, entra nel tempio per prendere parte ad un rito che lo porterà al Risveglio. Il merito maggiore delle confraternite iniziatiche è quello di mettere i propri guardiani a disposizione dell'adepto per accoglierlo, iniziando ed alimentare in lui l'esigenza interiore di un'evoluzione costante. - L’iniziazione effettiva, che avviene al termine del processo iniziatico, quando la quotidianità ha lasciato il posto alla Rivelazione. Solo a questo punto, essa diventa reale, permanente. L'essere è santificato e rinato nella sfera del sacro. Il suo sogno ad occhi aperti è divenuto realtà ed egli è entusiasta e in contatto profondo con ogni cellula del suo essere. "Quando giunge la fine di un tempo, bisogna saper lasciare ciò che l'aveva delimitato, per dare libero accesso alla luce di un tempo nuovo. Bisogna saper abbandonare alla distruzione ciò che è distruttibile perché sussista solo l'Indistruttibile". (morte fisica - spirito) L’iniziazione propone un perfezionamento dell'essere i cui principali obiettivi sono i seguenti: Uccidere il vecchio uomo, sbarazzarsi di tutte le prigioni mentali, di tutte le pastoie suscettibili di ostacolare lo sviluppo interiore. Le scelte possono essere drastiche, le loro conseguenze, dolorose, scomode, e la comprensione degli altri difficile da ottenere. L’adepto è il guerriero dell'intangibile, il cavaliere dell'ignoto, il servitore dell'invisibile. Gli uccisori di Hiram sono il principio distruttivo, talvolta violento ma necessario per rompere il guscio che impedisce alla luce di filtrare. Chi cerca, deve avere uno spirito tagliente come la lama della spada, emblema della cavalleria mistica. L’iniziazione rivelerà l'individuo a se stesso, farà emergere le forze costruttive che egli possedeva allo stato latente, lo risveglierà ad un'altra realtà. Una volta risvegliato, l'uomo prenderà coscienza del fatto che il suo livello superiore non gli consentirà di dominare gli elementi o il mondo, ma gli darà la padronanza di se stesso. Egli avrà ritrovato il re che portava in sé, di qui la definizione di arte regale attribuita all'iniziazione. Tale regalità renderà l'adepto capace di trovare il proprio posto nell'universo e di collocarsi nella gerarchia spirituale contenuta nell’eggregoro, per contribuire all'armonia del mondo. Il rituale iniziatico, si propone come strumento indispensabile dell'iniziazione provocata o simbolica. Per definizione, ogni rituale è magico e iniziatico, quando è compiuto all'interno del tempio, esso capta l'energia divina per farla scendere verso l'umanità che in tal modo si trova proiettata nella dimensione sacra. Il rito sradica l' uomo dal suo misero mondo, dagli obblighi, dalla storia profana, per permettergli di fondersi con le sue forze intrinseche, che sono anche quelle dell'universo. Il rituale iniziatico, vissuto in uno spazio sacralizzato che si può chiamare, tempio o loggia, è una presa di contatto con l’eggregoro iniziatico, un atto di fratellanza per mezzo del quale il nuovo iniziato comunica intensamente con i fratelli che lo hanno preceduto sul sentiero. Descrivere il rito significherebbe coglierne solo l'aspetto esteriore, intellettuale; perché raggiunga il cuore, bisogna innanzi tutto provarlo sulla propria carne. "L'adepto vede con gli occhi del corpo, desidera con l'anima, contempla in spirito". Ottenuto solitamente con il rituale, lo stato iniziatico, sospende la coscienza tipica della veglia ed il limite individuale. Ci si avvicina al Mistero uscendo da se stessi ed il superamento di questa prova determina la ricompensa o coronamento. Nelle Metamorfosi, Apuleio, iniziato ai Misteri di Iside, tenta di descrivere questa condizione: "Ho raggiunto i confini della morte; ho varcato la soglia di Iside-Proserpina e ne sono tornato portato attraverso gli elementi; in piena notte, ho visto brillare un sole scintillante; ho raggiunto le divinità del basso e quelle dell'alto, le ho viste da vicino e le ho adorate". Il sacro non appartiene al regno del visibile. Per accostarsi ad esso, bisogna forgiare degli utensili che chiameremo simboli. Ognuno di essi è adatto ad un tipo di ricerca e permette un'indagine approfondita. Il valore operativo del simbolo è più interessante del suo aspetto speculativo. Per essere ben integrato, esso non va solo spiegato, ma sperimentato. I riti mettono in scena i simboli affinché liberino il loro potenziale d’efficacia magica. La ricerca iniziatica, obbligatoriamente dinamica, è un processo - potremmo dire un cammino - alla ricerca di un simbolo: “il centro”. Questo centro è la conclusione della ricerca; raggiungerlo ne indica la riuscita. Il simbolismo del centro, come la maggior parte dei simboli, è universale; lo troviamo in tutte le tradizioni. Esso può assumere forme diverse, ma gli Egiziani parlano della collinetta primordiale come della prima manifestazione vitale al di fuori della distesa del liquido primordiale, una nascita insomma, di qui, il rapporto con l' iniziazione. La migliore qualità dell'adepto è il saper restare in silenzio, è mantenendo il segreto di cui è stato messo a parte al momento dell'iniziazione, che si penetra nel cuore del segreto stesso. Sia chiaro che il segreto non serve a nascondere, piuttosto è la chiave per entrare. In tutti i luoghi iniziatici esiste una stanza segreta, scavata nello spessore dei muri; si tratta di una stanza inaccessibile e solo lo spirito liberato dalla materia può penetrarvi. In questa stanza, quando viene evocato l’eggregoro iniziatico in forma rituale, l'iniziato non è più una pietra del tempio, ma il tempio vivente, il Mistero incarnato. Questa qualità gli conferisce dei poteri che egli non deve manifestare nel mondo profano e questo spiega il giuramento che obbliga al segreto. E l'unica cosa che si esige dal candidato prima di qualunque iniziazione: che egli veda, impari, ma soprattutto taccia. La profanazione dei Misteri lo escluderebbe dalla confraternita. Scrive l'alchimista Bernardo Trevisano: "É dannoso divulgare attraverso gli scritti questi segreti espressi solo oralmente entro una ristretta cerchia di Saggi. Gli stessi dei detestano le cose esposte in pubblico e profanate, mentre amano quelle tenute segrete". L'iniziazione si fonda innanzitutto sull'esperienza personale, impossibile da trasmettere perché è un vissuto unico, che modifica profondamente l'essere. La radice latina della parola segreto è cerno (mettere da parte); secretus è ciò che viene messo in disparte, scelto, passato al setaccio come fa il cercatore per trovare un po' d'oro. Solo la reintegrazione ermetica permette l'accesso diretto al segreto quando lo spirito di tutti gli adepti del passato protegge e assiste il nuovo candidato. Si diventa degni del segreto quando la trasformazione dell'essere è compiuta, quando il piombo si è tramutato in oro, quando l’iniziazione é divenuta permanente e l'essere è santificato e rinato nella sfera del sacro.. Il segreto del segreto sta nella frammentazione; esso deve essere smembrato. In tal modo, si può dare inizio alla sua ricerca per "radunare ciò che era sparso" e restituire all'essere un'integrità fino ad allora sconosciuta. Quando l’iniziato avrà preso posto nella gerarchia iniziatica e saprà conferire ordine alla materia, sarà affrancato dal suo misero mondo, dagli obblighi, dalla storia profana, per permettergli di fondersi con le sue forze intrinseche, che sono anche quelle dell'universo. Qui, microcosmo e macrocosmo sono in armonica simbiosi. L’EGGREGORO IN LOGGIA Il Maestro Venerabile il quale, come da regolamento, “ispira, presiede, governa e rappresenta la Loggia e nell'esercizio del magistero iniziatico la sua autorità è sacra ed inviolabile”. Egli rappresenta la sapienza, che non é sua ma é quella dell’arte muratoria. Come vediamo, il Maestro venerabile é il ponte tra la Loggia ed il Sacro evocato nella tornata rituale; egli dirige i lavori, concede e toglie la parola ai fratelli, incanala le energie eggregoriche della loggia; infatti é sopra il quadro di loggia attorniato dai tre candelabri che si realizza il vortice dell’Eggregoro. Risultano ora evidenti le qualità che deve possedere il Maestro Venerabile. Deve essere un iniziato in possesso della Regolarità Iniziatica ed investito di tale incarico da un Maestro che abbia provveduto alla sua istruzione precipua in funzione dell’incarico che dovrà assumere. Dovrà essere sempre cosciente che il suo compito é quello di ponte tra il mondo sensibile ed il sacro e dovrà incanalare l’energia seguendo scrupolosamente il Ritmo, i Tempi, il Rituale e la Legge Universale. Logico quindi dedurre che il Maestro Venerabile se non é stato preparato alla sua funzione non saprà convogliare e dirigere le energie e quindi il lavoro di loggia sarà stato completamente vano se non addirittura dannoso. Nel momento della vestitura del grembiule, che dovrebbe avvenire simultaneamente, si deve instaurare quello spirito di comunione fraterna, identità di volontà, spirito di corpo ed identità di sentimenti tra tutti i fratelli. Ovvio quindi dedurre che per realizzare questo momento sia necessario uno stato d’animo concorde, un’intesa particolare, sinergica, corale di tutti e che anche un solo elemento discorde può attenuare o far fallire il risultato. Spetta ai due Sorveglianti infatti esercitare la loro influenza affinché nulla turbi lo sviluppo dell’Eggregoro. Il loro compito è duplice: devono vegliare all’interno del tempio e proibire l’ingresso in esso a tutti coloro che per un qualsiasi motivo rischierebbero di spezzare l’equilibrio magico. E’ fondamentale che questa operazione così delicata sia svolta correttamente con la massima precisione avvalendosi anche: - dell’aiuto degli incensi che già con le loro proprietà intrinseche creano una cortina di fumo profumata che purifica l’aria ammorbata e, secondo antiche dottrine, allontana gli spiriti negativi (larve psichiche); - dell’aiuto delle musiche in modo da sincronizzare le frequenze cerebrali ed i sentimenti di tutti i fratelli. La costruzione del Tempio è una operazione corale, un sistema perfetto di ingranaggi che richiede la partecipazione di tutti affinché sia ben lubrificato e dove ogni elemento rappresenta l’asse di rotazione del meccanismo, per cui non deve essere ammesso alcun errore durante la lettura del rituale. Le parole devono essere pronunciate con forza, vibranti e non balbettate, né mormorate, né esitanti in conseguenza della ricerca del passaggio che si deve citare. Dunque bisognerebbe dire e non leggere, pena l’alterazione ritmica dell’eggregoro. Il rituale è un testo iniziatico avente lo scopo di inserire gli operatori in una "atmosfera", in un "piano" differente da quello profano mediante la messa in azione di "forze" e di "energie" occulte, di permettere dei ’"contatti" e delle "prese di coscienza" di quei piani in cui gli operatori sono riusciti a penetrare ed agire attraverso questi. Sempre per questo motivo è necessario che il tema della tornata sia comunicato a priori e che tutti i fratelli abbiano avuto modo di poter preparare e concordare gli interventi che verranno effettuati durante il corso dei Lavori di Loggia. Sarebbe di grave turbamento all’armonia della costruzione del Tempio l’operaio che decida di procedere per proprio conto non osservando il progetto tracciato dall’architetto. Sarebbe altrettanto grave che il partecipante alla costruzione non sappia a perfezione quale sia il compito che deve svolgere quali siano i propri doveri e quali i propri limiti, sia di natura esoterica che amministrativa. A questo punto dovrebbe essere chiara l’importanza del silenzio dell’apprendista; é logico quindi pensare che l’apprendista debba conservare un aspetto neutro nei confronti dell’eggregore in modo tale da non influenzare il circolo di energie nella tornata. Solo il secondo Sorvegliante é tenuto a prendere la parola per conto dell’apprendista ed eventualmente esprimere il pensiero di questi, riveduto e corretto secondo i canoni sin qui espressi. Ciò vale anche per le “tavole” per il passaggio di grado, che non dovranno mai essere lette dall’apprendista nemmeno se già rivedute e corrette dai fratelli maestri. In talune logge, viene concesso ai fratelli apprendisti di essere nominati Diaconi, e quindi portare la “Parola Sacra” dal M.V. ai Sorveglianti; anch’io da apprendista ho rivestito tale incarico ma alla luce di quanto sinora espresso, é secondo voi, possibile non turbare l’Eggregore di loggia con un comportamento similare? Ovvio quindi propendere per il pensiero che voglia attribuire tale mansione ai Fratelli Maestri e che oltretutto abbiano bene in mente l’importanza dell’incarico loro affidato. Quando avremo eseguito correttamente il nostro “Lavoro di Loggia” e l’eggregoro sarà ben riattivato, dovremo dirigerlo al compimento del lavoro a cui é destinato altrimenti a nulla sarà valsa la nostra opera. Pertanto se con la deambulazione destro-centrica (senso orario), durante la squadratura iniziale, abbiamo fatto scendere l’energia verso il basso secondo la regola della mano destra, alla fine della tornata sarà indispensabile squadrare nuovamente il tempio ma in senso contrario al fine di liberare verso l’alto l’energia contenente il frutto del nostro lavoro. Da notare che in molti rituali questa parte risulta mancante o appena accennata, demandando questa funzione alla “Catena di Unione”. Personalmente non ritengo corretta quest’ultima procedura, in quanto che, le tre luci intorno al quadro di loggia sono ancora accese durante la catena, e fin tanto che non saranno spente l’energia non potrà essere liberata. Ritengo invece che la “Catena di Unione” possa essere un rafforzativo del “lavoro di Loggia” e tramite le parole comunicate dal Gran Maestro, e fatte circolare durante questa funzione, aggiungiamo un “valore”, un effetto a livello nazionale voluto dalla Gran- Maestranza. Voglio ribadire ulteriormente l’importanza di quanto appena detto, perché lavorare in loggia é come disporre di una bellissima vettura con un motore potentissimo; se non siamo in grado di guidarla correttamente e non inseriamo le marce per scaricare a terra la sua potenza, é inutile possederla. Oltretutto a nulla serve se non sappiamo dove andare e non abbiamo una meta ben precisa ed uno scopo da raggiungere. CONCLUSIONE Quanto sopra riportato, non esaurisce il tema del “Lavoro di Loggia” in quanto sono stati solo marginalmente toccati gli aspetti elementari di tale lavoro; penso risulti chiaro a tutti che i Riti, i Miti e i Simboli presenti in Massoneria aprano la strada a studi e conoscenze ben più profondi di quanto sopra detto. Quello che spero vivamente é che come questa mia ricerca personale, indipendentemente dal fatto che possa essere ritenuta giusta o sbagliata, abbia risvegliato il mio interesse per la Massoneria in generale ed il “Lavoro Massonico” in particolare, ciò possa essere di stimolo anche ad altri Fratelli a non fermarsi; non abbandonare lo studio della simbologia e degli ideali massonici; a rispettare scrupolosamente i Landmarks; a frequentare e trarre giovamento dai “Vecchi Maestri Illuminati” del presente e del passato. Il sogno che custodisco nel mio cuore é quello di poter effettivamente svolgere un lavoro reale e concreto per il “bene e progresso dell’Umanità”; ma sopratutto é quello di avere coraggio di affrontare il proprio essere, la propria interiorità più intima e recondita e di saper imparare dai propri errori, allo scopo di contribuire alla costruzione di un mondo migliore per noi stessi e per i nostri figli.

Euterpe

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