- Il Maestro Venerabile e i Dignitari della Loggia
Nel Tempio siamo tutti uguali, anche se dobbiamo svolgere compiti diversi a seconda del Grado, connessi al processo interiore di perfezionamento. Per dirla con il nostro massimo filosofo, Johann Gottlieb Fichte, nel Tempio si raccolgono, in condizioni di assoluta parità, uomini di varia condizione, che portano e danno ciò che ciascuno possiede: il pensatore, concetti chiari e precisi, l’uomo d’azione, la sua capacità e l’agilità nell’arte del vivere, il religioso, la sua religiosità, l’artista, il suo entusiasmo artistico, in un colleganza in cui ciascuno riceve nella stessa misura di quello che dà. Stabilito che in Loggia ogni uomo è fratello all’altro, occorre tuttavia avvertire che per il governo della Loggia vengono assegnati a certi Fratelli Maestri funzioni particolari: i Fratelli a cui vengono assegnate tali funzioni costituiscono il corpo dei Dignitari e degli Ufficiali di Loggia. Dignitari sono: il Primo Sorvegliante, il Secondo Sorvegliante, l’Oratore, il Segretario, il Tesoriere. Ai Dignitari seguono gli Ufficiali, che sono: l’Esperto, il Maestro delle Cerimonie, il Portastendardo, l’Ospedaliere, l’Elemosiniere, il Copritore Interno, il Copritore Esterno, l’Architetto Revisore. A questi si aggiungono il Primo Diacono e il Secondo Diacono, che tuttavia non sono propriamente Ufficiali, ma semplici portaordini, rispettivamente del Maestro Venerabile e del Primo Sorvegliante; le due suddette mansioni vengono di solito riservate a due Fratelli Apprendisti. La più alta espressione della Loggia è il Maestro Venerabile: la sua persona e la sua autorità sono sacre e inviolabili in quanto a lui sono stati “conferiti” i poteri individuali di tutti i membri della Loggia al momento della sua elezione. Gli strumenti del suo potere sono la Spada Fiammeggiante e il Maglietto: con questo apre e chiude i lavori, con la spada inizia, cioè crea prima, e riceve poi, un Libero Muratore. Egli corrisponde al Fuoco (è con il Maestro Venerabile infatti che termina la prova del Fuoco dell’iniziando) e su di lui confluiscono tutte le energie della Loggia, per l’alimentazione costante del Fuoco da cui emana la Luce. Il suo posto è a Oriente, nel punto cardinale da cui nasce il Sole per illuminare la Terra. Il Primo Sorvegliante è il secondo esponente della Loggia per ordine gerarchico: dirige la Colonna dei Compagni che è situata a Mezzogiorno, deve curare particolarmente l’istruzione dei Fratelli Compagni affinché questi proseguano nella realizzazione della via iniziatica muratoria. Il Secondo Sorvegliante è il terzo esponente della Loggia: egli siede al centro della Colonna del Meridione e sorveglia gli Apprendisti che si trovano di fronte a lui nella Colonna di Settentrione. Egli è il tutore della metà notturna della Loggia e presiede all’istruzione e alla formazione dei Fratelli Apprendisti; in particolare è tenuto a far realizzare ad essi il silenzio interiore, seguendoli da vicino nella sgrossatura della pietra e nell’acquisizione della padronanza dello strumento che è loro assegnato, la Squadra. Egli inoltre deve essere in grado di captare gli stati d’animo degli Apprendisti, per farli parlare attraverso di lui, nel rispetto assoluto del silenzio rituale. Seguono in ordine gerarchico l’Oratore e il Segretario, che siedono all’Oriente e per questo si rivolgono direttamente al Maestro Venerabile senza dover chiedere la parola tramite i Sorveglianti. I loro seggi e i loro leggii sono (o dovrebbero essere) sopraelevati rispetto al piano del Tempio. Essi pertanto non si alzano al passaggio dei due Sorveglianti per la verifica della regolarità dei Fratelli presenti, ma facendo parte di coloro che siedono all’Oriente come diretti collaboratori del Maestro Venerabile, sono coloro di cui risponde direttamente il Maestro Venerabile stesso. Sono aspetti simbolici, del Sole l’Oratore, della Luna il Segretario. L’Oratore, assimilabile al Sole, rappresenta la conoscenza diretta ed intuitiva, che brilla di luce propria ed è quindi attiva. Il Segretario, assimilabile alla Luna, rappresenta l’altro aspetto della conoscenza, quello riflesso e passivo. Insieme rappresentano, come altri simboli presenti nel Tempio, la legge della polarità. L’Oratore è il depositario della Legge e cioè delle Costituzioni e dei Regolamenti dell’Ordine, nonché dei regolamenti particolari della Loggia. Nel corso dei lavori l’Oratore garantisce, nel rispetto dello spirito e della forma delle norme, l’ordinato svolgimento dei lavori e vigila affinché questo avvenga con piena rispondenza ai canoni. Qualora egli giudichi che non sia stato raggiunto il necessario equilibrio psichico da parte dei presenti, ha il compito di fornire le indicazioni per gli opportuni correttivi.Il Segretario, nello stendere la Tavola architettonica, deve ricostruire non solo il filo dei discorsi e la sequenza dei lavori svolti, ma deve saper restituire lo spirito dei lavori stessi, l’atmosfera e gli stati di coscienza acquisiti, con funzione di memoria intelligente e non puramente meccanica della Loggia. Al Maestro Venerabile, al Primo Sorvegliante e al Secondo Sorvegliante è attribuita la qualifica di Luce, ma non debbono essere confusi con le tre Grandi Luci del Tempio, che sono, com’è noto, il Libro Sacro, la Squadra e il Compasso. Le tre Luci, cioè il Maestro venerabile e i due Sorveglianti, più l’Oratore e il Segretario, rappresentano insieme il Pentalfa, la stella fiammeggiante, espressione simbolica dell’uomo rigenerato, che con le sue cinque punte raffigura l’unione feconda del 3, che significa il principio maschile, con il 2, che corrisponde al principio femminile.Ai quattro Dignitari, che col Maestro Venerabile compongono il Pentalfa, si aggiunge un altro Dignitario, il Tesoriere, la cui funzione non è solo quella amministrativa dell’incasso delle capitazioni, ma anche quella ben più importante della “caratura” dell’oro che si forma nella Loggia. Simbolicamente, egli verifica e valuta la trasmutazione dei Fratelli in oro spirituale, constata l’arricchimento individuale e di gruppo. Il Tesoriere, nel consegnare i metalli al Maestro Venerabile, fornisce quanto necessario al fine che il Primo Sorvegliante possa pagare gli operai, e cioè distribuire pane e vino agli Apprendisti che non sono ancora in grado di amministrare direttamente le proprie entrate, e il Salario in argento per i Compagni e in oro per i Maestri, secondo quanto essi hanno lavorato e prodotto per il proprio e per l’altrui arricchimento. A seguito di ciò, il Primo Sorvegliante potrà dichiarare, prima che avvenga la chiusura dei lavori, che tutti gli operai sono contenti e soddisfatti a gloria e onore dell’Ordine.
Enzo Heffler
Enzo Heffler
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