20 dicembre 2010

- L’Ordine Osirideo Egizio


L’Ordine Egizio affonda le sue radici nella colonia greca degli Alessandrini che si era stabilita a Napoli, nell’area circostante via Nilo e l’omonima piazzetta. Attraverso i secoli i culti egizi si adattarono alla linea magico-ermetica e a quella pitagorica, dando vita all’Ermetismo Italico e con esso alla catena iniziatica che è giunta ininterrotta fino al XX secolo. Raimondo Lullo, il grande ermetista, allievo di Arnaldo da Villanova, fu iniziato all’alchimia da una confraternita che risiedeva presso Napoli. Lo stesso Giordano Bruno e Tommaso Campanella, grandissimi esponenti dell’ermetismo italico del Rinascimento, avevano compiuto il proprio noviziato nel convento di San Domenico Maggiore, che si trova proprio alla fine di via Nilo. Altri illustrissimi ermetisti, quali Giovanni Pontano, Antonio Allegretti e Giovan’ Battista della Porta, gravitarono intorno a questo ordine napoletano. Sarà nel XVII secolo che la tradizione egizia utilizzerà la Massoneria quale vascello per trasportare il proprio bagaglio di conoscenza. Alla metà del 700 Cagliostro, le cui attività paramassoniche si ispirarono al mito egizio, si recò a Napoli con lo pseudonimo di Marchese Pellegrini, insieme alla moglie, che aveva assunto il nome di Lorenza Pellegrini, e al Cavaliere d’Aquino. A Napoli Cagliostro entrò in contatto con il principe Raimondo Di Sangro di San Severo e con Henri Théodore de Tschoudi, i quali si interessavano già da tempo alle dottrine egizie. In questo ambiente, strettamente massonico, Cagliostro iniziò a diffondere i gradi egiziani e i gradi segreti noti come “Arcana Arcanorum” o “Scala di Napoli”.La tradizione massonico-egizia continuò in ambiente risorgimentale, con figure di spicco quali Mario Pagano e Pietro Colletta. A questi due personaggi risorgimentali, succederanno Orazio De Attellis 1774-1850, Domenico Bocchini 1775-1840, e Gabriele Rossetti 1783-1854. Quindi MichelAngelo Caetani 1804-1882, principe di Teano e duca di Sermoneta, assieme a Eduard Bulwer-Lytton 1803-1873, dai quali con ogni probabilità si formarono Pasquale de Servis 1837-1893 e Lebano. Maturata una grande passione per gli studi ermetici, nel 1833 Lytton 1803-1873 si recò in Italia per un periodo di riposo e qui trovò l'inspirazione per il più celebre dei suoi romanzi, “Gli ultimi giorni di Pompei”, pubblicato nel 1834. Durante la sua permanenza nel nostro paese, Lytton visitò Roma e soggiornò per un lungo periodo a Napoli. Presso la capitale del regno borbonico incontrò la cara amica Lady Blessington che presentò il gentiluomo d'oltremanica a sir William Gell, l’illustre topografo di Pompei. Il nostro personaggio era un grande ammiratore del romanziere scozzese Walter Scott il quale, in occasione del suo soggiorno nella capitale del regno delle Due Sicilie aveva visitato Pozzuoli, Cuma e le rovine di Pompei, accompagnato da quella guida insuperabile che era appunto Gell. Quest'ultimo nonostante soffrisse di una grave forma di gotta che lo costingerva a spostarsi a bordo di una portantina, fu lieto di accompagnare l'ospite di Lady Blessington in giro per Pompei. Fu dunque il buon sir William a mettere in contatto il Lytton con gli esponenti della tradizione magica partenopea ed in particolare con Domenico Bocchini che iniziò l'inglese nelle catacombe di San Gennaro a Capodimonte. Nel 1842 il Lytton pubblicò lo Zanoni, romanzo che Giuliano Kremmerz citò nel suo Corpus Philosophicum Totius Magiae quale sinificativa testimonianza della cultura magica partenopa ed italica dell'800.Il nostro personaggio venne inoltre fortemente suggestionato dagli scritti di Eliphas Levi che incontrò nel 1854 a Londra. Insieme al maestro francese, l'inglese tentò un'operazione magica sulla sommità del Panteon della capitale britannica, che secondo A.E.Waite, prevedeva l'evocazione del mago dell'antichità Apollonio di Tiana. Nel corso degli anni '60 Bulwer-Lytton incontrò a Londra l'avvocato Giustiniano Lebano all'epoca esule politico in Francia, con il quale instaurò stabili relazioni a livello iniziatico. Le frequentazioni di Sairitis-Hus con gli esponenti della cultura ermetica europea, furono importantissime poichè avrebbero decisivamente influenzato la scuola tradizionale partenopea post-unitaria. Il legame tra il Lytton ed il regno Borbonico fu estremamente profondo tanto che, nel 1859, il direttore degli scavi di Pompei decise di donare allo scrittore inglese due crani che si dicevano appartenuti ai sacerdoti Arbace e Calinus, protagonisti de "Gli ultimi giorni di Pompei". nel 1871 il nostro personaggio venne insignito della carica onorifica di Gran Patrono della "Societas Rosicruciana in Anglia", sembra a sua insaputa. Negli anni '70 si trovava in Inghilterra l'americano Charles Godfrey Leland.Nato a Filadelfia il 15 agosto 1824 da Charlotte Godfrey ed Henry Leland, tale personaggio si appassionò fin da ragazzo alle tematiche occulte. Viaggiò senza sosta per tutta l'Europa alla ricerca dell'antica sapienza arcana e, trovatosi in Inghilterra per studiare le tradizioni celtiche e le dottrine rosicruciane, incontrò l'ormai vecchio sir Edward. Questi lo iniziò all'ermetismo alchemico facendogli altresi conoscere le opere e la dottrina di Eliphas Levi. L'incontro con il Lytton si rivelò decisivo poiché proprio attraverso le raccomandazioni di tale personaggio, qualche anno dopo Leland giunse a Napoli e qui dovette quasi certamente fare conoscenza del maestro Sairitis Hus e della sua cerchia Osiridea Egizia tradizionale. Sir Edward morì a Torquay nel 1873.Ulteriori notizie sulla vita di Sairitis trapelano dagli studi di Introvigne e varie riviste tra cui “Politica Romana”, da cui sappiamo che egli fu maestro dignitario della massoneria ufficiale del Grande Oriente, della Società Teosofica, del Rito di Memphis di Pessina, e poi dei riti egiziani unificati da Garibaldi. Molti sostengono che durante il suo soggiorno in Piemonte il Lebano abbia stretto contatti con il conte bolognese Livio Zambeccari (1802-1862) che fu cospiratore del primo Risorgimento, colonnello garibaldino e principe di Rosacroce del Rito scozzese, che l’8 Ottobre del 1859, con altri sette fratelli massoni costituì la Gran Loggia Ausonia. Lebano certamente fece parte, assieme al barone Spedalieri e a Pasquale de Servis allora ex sottoufficiale del genio Borbonico, di un circolo martinista operante a Napoli, sin dalla fine del settecento in stretti rapporti con la “società magnetica” di Avignone facente riferimento ad Eliphas Levi. La famosa fondatrice della Società Teosofica: Melena Petrovna Blavatsky volle incontrare il Lebano soggiornando per circa tre mesi all’hotel Vesuvio di Torre del Greco.Dunque questo può farci comprendere quale grande personalità fu. Sull’Ordine Osirideo il Gonnella scrive: “Il Grande oriente Egizio fu espressione a sua volta e sede centrale di un Ordine osirideo Egizio che si lascia intendere scaturire dal filone iniziatico napoletano dai tempi del passaggio a Napoli di Cagliostro, che avrebbe raccolto l’eredità iniziatica del principe Raimondo de Sangro grazie al cugino di questi Luigi d’Acquino.” Ma è certamente in Domenico Bocchini alias Nicodemo Occhiboni che dobbiamo trovare il capostipite del suddetto ordine. Bocchini fu un letterato, un avvocato, un massone e un rosacroce affiliato alla Carboneria. Era di origini lucane, nacque ad Avigliano nel 1775. Il suo fervore patriota si evinse sin da giovane quando fece carriera nelle fila dell’esercito napoletano Bonapartista e murattiniano poi, quindi una volta congedato esercitò l’incarico di magistrato e dopo di avvocato. Nel 1815 fu ammesso alla Loggia massonica “La Vigilanza” presieduta dal Maestro Venerabile Pietro Colletta a sua volta aderente al Rito Egiziano del barone napoletano Lorenzo de Montemayor. Successivamente soggiornò in Francia dove aderì al Rito Massonico di Misraim dei fratelli Bèdarride. Lo ritroviamo qualche anno dopo a Napoli nella loggia “La Folgore”.Negl’anni trenta dell’ottocento incontrò il giovane Pasquale de Servis del quale fu con alta probabilità un maestro. Va precisato che Lebano in realtà non fu allievo del Bocchini, come risulta dalle date il suo primo iniziatore fu suo padre Filippo Lebano, con il quale Bocchini condivise la comune passione per le scienze ermetiche e le idee politiche liberali, la frequentazione fra i due era assidua e continuò fino alla morte di Filippo verificatasi il 23 agosto del 1832. Questi lasciava la giovane moglie, i due figli primi di letto, Francesco e Marianna, ed i due di secondo letto, Filippo e Giustiniano; ecco perché si dice che Lebano fu allievo indiretto del Bocchini. Alcune opere del Bocchini, di cui consiglio la lettura, contengono verità e simbolismi d’altissimo pregio tra cui: “Il Congresso delle Ombre”, “La Cyrno Cacogenia proscrita” ed il settimanale “Il Geronta Sebezio” di alcune opere del nostro autore tra cui “Il Cielo Ubrico” sarà Lebano a curarne la stesura. Poi accanto a questi un’altra figura di primo piano fu il giacobino, Gran Maestro della Massoneria Scozzese per gli Stati Uniti e l’emisfero Occidentale, nonché Carbonaro Orazio de Attelis (1774-1850) a cui il Kremmerz nel suo “ I Dialoghi sull’ermetismo” fa riferimento con l’anagramma ‘Setteali’. Una cosa è dunque certa Orazio De Attelis, e Domenico Bocchini furono eredi degl’insegnamenti di Cagliostro e di San Severo quindi fondatori della struttura iniziatica denominata Ordine Osirideo Egizio posto sotto la protezione del Grande Oriente Egiziano, ed il cui compito era la perpetuazione dell’insegnamento della Scienza Sacra, la perfezione delle virtù del cuore dell’iniziato, lo sviluppo dei poteri psichici, e la manifestazione delle forze occulte. Ai personaggi sopra citati vanno poi aggiunti quali caposcuola il principe di Trifase e Moliterno Giuseppe Gallone di Nociglia, il maestro martinista e dotto conoscitore delle tecniche del magnetismo, Di Crescenzo Ascione. Dopo la morte di Izar, quindi si formò una nuova terna, preposta alla direzione dell’Ordine.Accanto a Lebano figuravano Leone Caetani 1869-1935, nipote di Michelangelo Caetani, e Giuliano Kremmerz, 1861-1930, con il Lebano alla guida del gruppo. Successivamente si evidenziarono figure di spicco quali Eugenio Jacobitti 1868-1946, Giacomo Catinella 1876-1943, e Arturo Reghini 1878-1946. Abbiamo visto come fino alla fine del 1800, l’Ordine Egizio si fosse servito, quale ponte verso il mondo profano, di logge massoniche “egizie”. Kremmerz, tuttavia, decise, con l’approvazione dell’Ordine Egizio di modificare tale indirizzo, sostituendo alle logge le accademie miriamiche. Così come la Miryam si costituì come ponte tra il volgo e l’Ordine Osirideo Egizio, quest’ultimo si costituì a sua volta come ponte tra la Miryam e l’Ordine Egizio.Tuttavia il tratto di ponte che separava l’Ordine Osirideo Egizio dall’Ordine Egizio non fu mai attraversato da nessuno, dato che sia la Miryam che l’Ordine Osirideo Egizio furono iniziative del Kremmerz mai condivise veramente dalle alte gerarchie dell’Ordine Egizio, che nonostante la sua iniziale autorizzazione le visse sempre come una profanazione. Ciò che permise al Kremmerz di portare avanti i propri progetti, nonostante il disaccordo generale dell’Ordine Egizio, furono l’enorme stima di cui godeva Izar, già Gran Maestro dell’Ordine, e l’ammirazione nei riguardi del Kremmerz da parte di Giustiniano Lebano, che vedeva nel Kremmerz il suo futuro successore.L’Ordine Osirideo Egizio nacque quindi come garante del lavoro svolto dal Kremmerz e fu il risultato di un compromesso tra lui e l’Ordine Egizio. Ma per Lebano il lavoro di divulgazione del Kremmerz era inconcepibile, al puntò che ne rinnegò l’ amicizia. Leone Caetani, invece, collaborò con il Kremmerz fino al 1910, per poi ritirarsi a Vancouver, in Canada. E’ possibile che l’Ordine Egizio sia sopravvissuto fino ai giorni nostri, in completo anonimato? A supporto di tale tesi ci sarebbe la documentazione epistolare che si tenne tra Domenico Lombardi e Pietro Suglia, diretto discendente del Dott. Bonabitacola alla direzione del Circolo Virgiliano di Roma e appartenente all’Ordine Osirideo Egizio. Nel settembre del 1947 Domenico Lombardi, in qualità di Delegato Generale, diramò una circolare: “Circolare per Mantenere la Regolare Continuità della Fr+ Tm+ di Mir+”. In quella data la Segreteria Generale era già stata trasferita a Firenze e Alfonso Del Guercio ne era diventata Segretario. Alla nuova delegazione aderì soltanto Donato De Cristo dell’Accademia Pitagora di Bari. Pietro Suglia non intese aderire alla nuova delegazione rivendicando un contatto diretto con il Cap+ Op+, e sottolineando l’impossibilità di mancare all’incarico, affidatogli dal Dott. Bonabitacola, di consegnare un plico direttamente nella mani delle alte gerarchie del Grande Oriente Egizio. Ora, dato che l’Ordine Osirideo Egizio era allora rappresentato da Arduino Anglisani, Mario Parascandalo, Augusto Lista, Carlo Coraggia, Alfonso del Guercio, Pietro Suglia e dallo stesso Domenico Lombardi, e ammesso che Pietro Suglia dicesse la verità, le alte gerarchie a cui lui si riferiva, dovevano necessariamente appartenere ad un altro ordine, superiore a quello, cioè all’Ordine Egizio. La Fratellanza di Miryam fondata dal Kremmerz nasce sotto la protezione di un Grande Oriente Egiziano, emanazione di quell'Ordine Egizio che continuava la tradizione del martinismo napoletano e di cui erano esponenti, come si è visto e fra gli altri, Lebano e Caetani, così come lo era stato De Servis. L' intreccio fra Ordine Egizio e Fratellanza di Miryam non è facile da districare, e diventerà più complicato dopo la morte di Kremmerz e gli scismi. Approfondimenti prodotti di recente tendono a dipanare la matassa riconducendo la nascita dell'Ordine Osirideo Egizio al giugno 1863, quando alcuni affiliati alla loggia massonica Sebezia, di cui Lebano fu Primo Sorvegliante, interessati a ridare vita e tono al rito massonico di Memphis e Misraim, fondano il Grande Oriente Egizio Scala di Napoli. Lebano, dopo un passato anti-borbonico e risorgimentale, con soggiorni a Torino e a Parigi, riceve nomine dal nuovo governo unitario.Dignitario della massoneria ufficiale del Grande Oriente, e della Società Teosofica, ha contribuito a innestare il sistema dottrinale di Giuliano Kremmerz, che è stato inoltre Gran Maestro di una Rosa Croce D'Oro Italiana. In una lettera dei 25 ottobre 1910 alla rivista esoterica Commentarium un personaggio che si firma “Ottaviano” invita i lettori interessati agli argomenti iniziatici a leggere il volume di Lebano “Dell'Inferno”, stabilimento tipografico Enrico Prisco, Torre Annunziata 1899. Sembra assai probabile, che “Ottaviano” sia Leone Caetani 1869-1935, principe di Trano e dal 1917, alla morte del padre, duca di Sermoneta. Islamista e orientalista, Caetani è stato eletto deputato a Roma nel 1909 sedendo nei banchi della sinistra.Deluso dal fascismo, Leone Caetani emigra in Canada, dove muore nel 1935. Caetani - nelle vesti di “Ottaviano” - rimanda a Lebano, mostrando come l'ambiente ermetico paganeggiante romano e quello di Napoli siano entrati in contatto: in effetti Caetani e Lebano fanno parte di uno stesso Ordine Egizio insieme a Pasquale de Servis che cederà il suo scettro al Kremmerz.Mentre i suoi discepoli italiani sì raccolgono soprattutto a Bari e a Roma, Kremmerz si trasferisce a Ventimiglia 1907-1909, quindi a Camogli e infine a Beausoleil, sulla Costa Azzurra, dove rimane fino alla morte. Le ragioni dell'allontanamento da Napoli sono anch'esse avvolte nel mistero e nelle discussioni: si adducano, di volta in volta, la grave malattia del figlio o qualche problema con la giustizia, che sembra non approvi le sue attività di guaritore.Kremmerz mantiene i contatti con i discepoli italiani attraverso qualche visita e una fitta corrispondenza. Kremmerz fondò accademie miriamiche a Napoli, a Bari - chiamata in seguito Accademia Pitagora - e a Roma, dove prese il nome di Circolo Virgiliano. Nel 1909 è approvata la “Pragmatica Fondamentale” che avrebbe dovuto regolare le attività della Miryam, di cui, qualche anno dopo, è nominato segretario generale “Benno”, la cui organizzazione prevede una divisione degli iscritti in un circolo esterno e un circolo interno. Una circolare del 29 giugno 1914 - molto nota negli ambienti miriamici - indirizzata al maestro dell'Accademia Pitagora di Bari, “Caetel”, detta già le provvidenze di Kremmerz “perché la Fratellanza non si disperda” e mostra le difficoltà in cui la Miryam si dibatte fra aperture terapeutiche ed esoterismo. Le lettere dell'ultimo periodo di Kremmerz dalla Francia ai discepoli italiani mostrano una crescente preoccupazione, e talora un senso di delusione e di stanchezza. Alla sua morte gli allievi si dividono, e alcuni fra essi rivendicano un contatto privilegiato con il Grande Oriente Egiziano ovvero direttamente con l'Ordine Egizio, tanto da far sembrare che anche quest'ultimo sia diviso o vi siano tanti ordini egizi quanti sono i pretendenti alla regolarità miriamica.Morto Kremmerz, segretario generale della Miryam rimane “Benno”, mentre a Napoli il Lombardi preside della locale accademia, si proclama successore del maestro defunto, dando origine a un lungo scisma. L'attività di Lombardi è estremamente ridotta fino agli anni 1946-1947, quando egli tenta di riunificare i gruppi kremmerziani sotto la sua guida come “Delegato Generale”, adducendo un contatto sui piani sottili con i capi segreti dell'Ordine Egizio e nominando nuovo segretario generale il Del Guercio di Firenze. Nel frattempo - con difficoltà nel periodo fascista, a causa dell'assimilazione della Miryam alla massoneria, con conseguente applicazione delle leggi contro le società segrete - si erano mantenuti a Bari l’Accademia Pitagora e a Roma il Circolo Virgiliano diretto da un altro pugliese, il Bonabitacola. Nel 1948 una parte dei membri dell'Accademia Pitagora di Bari, fra i quali “Harahel”, aderiscono alla Delegazione. A Roma invece il Suglia, che aveva ricevuto la successione dal Bonabitacola alla guida del Circolo Virgiliano, non aderisce alla Delegazione del “Benno” ritenendo inesistente il suo mandato e ritenendosi in diretto contatto con l'Ordine Egizio; il circolo è quindi ereditato da un discepolo diretto di Kremmerz, il Verginelli. Al di fuori della Delegazione rimane anche un altro discepolo diretto di Kremmerz, il “Daffi” che rivendicando all'inizio un contatto con un centro egizio del Canada, elabora una serie di iniziative personali con l'aiuto di amici di Bari e di Genova, che attirano peraltro un numero limitato di seguaci. Negli ultimi anni della sua vita Ricciarelli comunica una serie di rituali egizi al “Giammaria”, il quale se ne serve per la nuova iniziativa del Corpo dei Pari che già alla fine degli anni 1960 suscita la curiosità della stampa e del pubblico genovese affiggendo manifesti sullo stile di quelli rosacrociani apparsi nel Seicento a Parigi. Per quanto riguarda, invece, la cosiddetta Delegazione Generale di “Benno”, nel 1949 egli rompe con il segretario generale di Firenze. Per molti da quel momento la Miryam non fu più quella ideata dal Kremmerz.
Iniziazione Antica

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile signore,
moltissime notizie sono totalmente errate e si evince che sono dati scopiazzati da altri che si intendono poco di tale materia. Non è per polemizzare ma solo per consigliarle maggiore attenzione su quanto riporta.
Saluti e feste serene.

Nicola Ferraro ha detto...

La massoneria napoletana di fine ottocento e inizio novecento è stata importantissima. Capisco che in merito si è scritto di tutto e di più. Se lei è un esperto in materia, quindi portatore di verità, perchè non si esprime???
Non farà altro che coniugare perfettamente il nostro caro obiettivo di " ricercatori di verità ". Grazie