- IL REGOLO E LA LEVA
Negli antichi rituali, il Regolo veniva chiamato “calibro di 24 pollici” ad indicare come si intendesse raffigurare il senso della misura, utile in ogni Grado del Lavoro Muratorio.
Senza regola, senza norma (regula, da cui lo strumento trae la sua etimologia), non è possibile alcun ordine, alcuna costruzione. Ma il Regolo reca in sé anche il concetto di dirigere, reggere, guidare, segnare la via. Questo strumento lo si raffigura come un’asticella di legno graduata con 24 tacche (canoni che tradizionalmente sono intesi come la misura di un pollice inglese), riunite in 4 grippi di 6, da cui il nome prima citato.
Le tacche possono alludere sia alle 24 ore del giorno, da impiegare convenientemente così articolate :
6 ore per lavorare la materia
6 ore per servire lo spirito
6 ore per aiutare qualcuno senza che vada a scapito della famiglia
6 ore per dormire.
Il Regolo è simbolo della misura e della precisione, indispensabili ad ogni forma di lavoro, e rafforza l’idea della costanza nella volontà di perfezionarsi, la perseveranza nel cammino diretto ad un scopo: lo spirito della legge universale che si manifesta nella ricerca del Bello, del Bene e del Vero .
Il Regolo utilizzato in modo consapevole porta il Massone a trovare la misura, l’ordine delle cose, la disciplina nel quotidiano, la presenza nell’istante, la costanza in una linea di condotta liberamente scelta per l’edificazione del proprio Tempio interiore.
La Leva è l’attrezzo tipicamente utilizzato per muovere pesi e a vincere resistenze, essa ha in comune con il Regolo la linea retta che nello spazio può assumere va arie inclinazioni per svolgere il proprio lavoro. Il suo nome deriva dal verbo levare che corrisponde all’inizio dell’azione (da cui sollevare). Si vuole simboleggiare la forza e il movimento e per tale motivo la Leva deve essere utilizzata soltanto con grande cautela, essendo, con molta probabilità, il più pericoloso degli utensili in quanto permette di manipolare i carichi molto pesanti, e l’azione che si mette in atto è legata direttamente alle reazioni che ne seguiranno.
La Leva ci permette di rimuovere l’ostacolo, materiale o morale che sia, e quindi anche di aver ragione di paure e debolezze a condizione di essere capaci di trovare il proprio punto d’appoggio, che possiamo iden-tificare con il punto della conoscenza.
La buona utilizzazione della leva si fonda sulla coscienza e sulla padronanza delle forze messe in movimento. Essa rappresenta la tenacia di una volontà stabile, la fedeltà ai propri impegni nel proseguire fino al termine il cammino prescelto. Se il Massone vive fra la Squadra e il Compasso e lavora con Maglietto e Scalpello e controlla e armonizza con Perpendicolare e Livella, verifica, persevera e procede con Regolo e Leva.
Enzo Heffler
Senza regola, senza norma (regula, da cui lo strumento trae la sua etimologia), non è possibile alcun ordine, alcuna costruzione. Ma il Regolo reca in sé anche il concetto di dirigere, reggere, guidare, segnare la via. Questo strumento lo si raffigura come un’asticella di legno graduata con 24 tacche (canoni che tradizionalmente sono intesi come la misura di un pollice inglese), riunite in 4 grippi di 6, da cui il nome prima citato.
Le tacche possono alludere sia alle 24 ore del giorno, da impiegare convenientemente così articolate :
6 ore per lavorare la materia
6 ore per servire lo spirito
6 ore per aiutare qualcuno senza che vada a scapito della famiglia
6 ore per dormire.
Il Regolo è simbolo della misura e della precisione, indispensabili ad ogni forma di lavoro, e rafforza l’idea della costanza nella volontà di perfezionarsi, la perseveranza nel cammino diretto ad un scopo: lo spirito della legge universale che si manifesta nella ricerca del Bello, del Bene e del Vero .
Il Regolo utilizzato in modo consapevole porta il Massone a trovare la misura, l’ordine delle cose, la disciplina nel quotidiano, la presenza nell’istante, la costanza in una linea di condotta liberamente scelta per l’edificazione del proprio Tempio interiore.
La Leva è l’attrezzo tipicamente utilizzato per muovere pesi e a vincere resistenze, essa ha in comune con il Regolo la linea retta che nello spazio può assumere va arie inclinazioni per svolgere il proprio lavoro. Il suo nome deriva dal verbo levare che corrisponde all’inizio dell’azione (da cui sollevare). Si vuole simboleggiare la forza e il movimento e per tale motivo la Leva deve essere utilizzata soltanto con grande cautela, essendo, con molta probabilità, il più pericoloso degli utensili in quanto permette di manipolare i carichi molto pesanti, e l’azione che si mette in atto è legata direttamente alle reazioni che ne seguiranno.
La Leva ci permette di rimuovere l’ostacolo, materiale o morale che sia, e quindi anche di aver ragione di paure e debolezze a condizione di essere capaci di trovare il proprio punto d’appoggio, che possiamo iden-tificare con il punto della conoscenza.
La buona utilizzazione della leva si fonda sulla coscienza e sulla padronanza delle forze messe in movimento. Essa rappresenta la tenacia di una volontà stabile, la fedeltà ai propri impegni nel proseguire fino al termine il cammino prescelto. Se il Massone vive fra la Squadra e il Compasso e lavora con Maglietto e Scalpello e controlla e armonizza con Perpendicolare e Livella, verifica, persevera e procede con Regolo e Leva.
Enzo Heffler
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