11 dicembre 2009

- Diritti e Doveri


A prima vista - e non solo - sembrerebbe ed è un tema tanto vasto da spaventare anche il più coraggioso dei ricercatori. L’argomento è stato affrontato fin dal passato più lontano da tutte le angolazioni; religiosa, filosofica, morale e giuridica. Già Platone, per bocca di Socrate, parla di doveri dell’uomo.
Qua e là questa materia viene trattata da vari pensatori classici, greci e latini (per i primi, i tragici, per i secondi Cicerone e Seneca, per limitarci ai latini che più direttamente hanno affrontato il problema), ma, dopo la carta dei diritti e doveri del cittadino elaborata dai pensatori illuministi ai tempi della Rivoluzione francese, in tempi più recenti sarà Mazzini a parlare di diritti e doveri dell’uomo. La fonte più ricca e autorevole rimangono comunque le Sacre Scritture, Bibbia e Vangeli. Questa rapida (e abbondantemente incompleta) carrellata consente di rendersi conto della vastità del tema, che ha interessato l’uomo si può dire dalla sua comparsa sulla terra o, quanto meno, dal momento in cui si costituì a società. Cosa si può dire dunque su un tema tanto vasto e già tanto trattato nel passato e nel presente? Temo si possa dire ben poco di nuovo, ma si può tentare di focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti più interessanti sotto il profilo massonico, se non più inediti.
La Libertà
La domanda che dobbiamo rivolgerci potrebbe essere questa: quale o quali tra i diritti e i doveri sono oggi avvertiti come più negati, disattesi o impellenti nella nostra società? Vediamone alcuni. Tra i diritti, il più agognato dagli uomini, quello per il quale l’uomo da sempre ha lottato per vederlo realizzato, è la libertà. Si tratta di un prisma dalle molte facce, anche se, nell’ottica massonica, andrebbe privilegiata, a mio avviso, la dimensione spirituale. Quale forma più sublime di libertà possiamo concepire di quella che il Fratello realizza nel contatto costruttivo con gli altri Muratori, quale baluardo più sicuro contro le frivolezze profane della ricchezza interiore? Tutto il cammino massonico, come peraltro quello di tanti nobili e illustri pensatori del passato e del presente, è volto alla sapienza. La sapienza dissolve le tenebre dell’ignoranza e ci consente di spaziare in territori sconfinati, ci restituisce insomma alla libertà. Questo bene dal valore inestimabile non è qualcosa che ci può provenire dal di fuori, anche se le condizioni sociali, politiche ed economiche possono favorirne l’affermazione, ma è soprattutto una condizione interiore: poco conta che si viva in una società libera, se poi siamo schiavi di mille passioni, incatenati da mille pregiudizi, vittime di mille condizionamenti. Il percorso iniziatico ci aiuta a spezzare queste catene e quindi a sprigionare tutto il nostro potenziale di energia spirituale. Non è essenziale (non è neppure possibile) giungere alla mèta: l’importante è incamminarsi sulla via giusta, con l’attrezzatura giusta e la compagnia giusta. Il Fratello è consapevole di tutto questo e, libero, punta in alto, al G.A.D.U. Non lo raggiungerà mai ma non si sentirà né frustrato, né perduto, si sentirà come un pioniere che esplora vasti territori, si arricchisce durante il viaggio, scopre nuovi interessi e scruta orizzonti sempre più lontani. Lo spazio dello spirito non ha confini, non c’è l’est, né l’ovest, il nord o il sud. Si orienterà con il Sole, la Luna e le Stelle, lo stesso firmamento riprodotto sulla volta del Tempio. Non è forse questa la forma più elevata di libertà? Il diritto sommo di ogni Uomo?
Doveri morali e legali
Quanto ai doveri, il campo è vastissimo. Già gli antichi parlavano di doveri morali e doveri scritti, ovvero di etica e di leggi. Leggiamo in Seneca che l’ambito dei doveri morali è infinitamente più vasto di quello dei doveri imposti dalle leggi. Non possiamo dargli torto. Molti comportamenti infatti, pienamente consentiti dalle leggi, sono però deplorevoli sotto il profilo morale. Si può essere, dice il filosofo latino, perfettamente in regola con le leggi, ma essere nel contempo degli esseri moralmente abietti e spregevoli. Il riferimento implicito è sicuramente quello ai doveri nei confronti del prossimo. Il modello massonico, anche in questo caso, fa scuola. Solidarietà, reciproco aiuto, collaborazione, cooperazione nella ricerca comune della Verità, senso di appartenenza alla stessa famiglia, sono tutti caratteri peculiari del credo massonico e fanno parte delle Tradizioni più radicate dei Liberi Muratori. Questi sono i doveri che il Fratello sente dentro di sé e, più in generale, che l’uomo avverte come primari nei confronti del prossimo. Sull’etica del dovere varrebbe la pena soffermarsi a lungo, vista soprattutto la condizione e le tendenze delle nuove generazioni. I giovani di oggi (ma forse anche quelli di un tempo) sono molto attenti ed esigenti nel far valere i loro diritti, ma non altrettanto nel compiere i propri doveri. Una parte della responsabilità di tale situazione è sicuramente da imputarsi a una società eccessivamente permissiva, che tutto concede e, almeno ai giovani e soprattutto ai giovanissimi, poco o nulla richiede. Salvo poi presentare il conto tutto insieme - e a volte con gli interessi - da adulti. È facile infatti prevedere il disagio e le difficoltà cui andranno incontro molti giovani, che in età scolare eludono sistematicamente i loro impegni, quando dovranno assumere ruoli anche di responsabilità nel mondo del lavoro o quanto meno compiere quotidianamente il loro dovere da dipendenti. A volte la famiglia è latitante o per impegni lavorativi di entrambi i genitori o per incapacità o debolezza nell’azione educativa.
Senso della legalità
Come si vede, il tema è assai complesso, ma si può riassumere in poche parole: è necessario che l’uomo, in particolare il giovane, strutturi dentro di sé un codice di comportamento, nel quale il senso del dovere occupi una posizione di primo piano. Il dovere è prioritario rispetto al diritto, in quanto io posso pretendere di far valere un mio diritto solo quando abbia assolto il mio dovere: chi è in difetto per il primo si mette in una posizione in cui non è legittimato a far valere alcun diritto. Il campo dei doveri ha molti confini. Confina anche con la legalità. L’impegno educativo è anche in questo caso doveroso. L’affermazione di una cultura della legalità è quella che consente a un Paese di prosperare nell’economia, di vivere civilmente nella società, di progredire in tutti i campi. Dove non vige la legalità tutto questo non è possibile. La mancata osservanza dei doveri fiscali, ad esempio, ha come diretta conseguenza l’impoverimento dello Stato e quindi la sua difficoltà a perseguire gli stessi fini istituzionali che ne giustificano l’esistenza. La mancata osservanza delle norme del codice stradale è fonte di possibili incidenti. La prevaricazione degli uni sugli altri è motivo di disagio, sofferenza e può determinare gesti disperati. Dicevamo prima che tutto nasce dentro di noi. Solo, infatti, chi è intimamente convinto della necessità e dell’utilità di conformarsi a certe norme e di assumere determinati comportamenti lo farà sempre, efficacemente e spontaneamente. Chi viceversa rispetta le regole solo per paura di trasgredirle, senza essere intimamente convinto della loro utilità, sarà sempre una persona che nella migliore delle ipotesi sarà ligia ai propri doveri e alle leggi, ma che, non appena ne ravviserà l’utilità, sarà pronta a trasgredirli. Dovremmo convincerci che il bene degli altri è il nostro bene e in questo il credo massonico è quanto mai incisivo ed efficace. Nella strutturazione di un’etica del dovere il profano si trova sicuramente più disorientato, anche se non mancano codici, norme e figure positive di riferimento. Possiamo dire però che il Fratello può attingere a un sapere antico, che fa delle norme etiche dei principi fondanti, ai quali è tenuto, dall’appartenenza stessa alla Famiglia, a sottostare.
La privacy
Si è detto poco dei diritti. Forse vale la pena soffermarsi maggiormente su uno di quelli meno rispettati o addirittura più calpestati. Uno di questi diritti negati, che non è certamente il più importante - in quanto dal suo mancato rispetto non dipende la vita di nessuno, ma è un valore caro ai Massoni - è il diritto alla privacy. Se ne sente molto parlare, esiste addirittura un organismo di vigilanza preposto alla salvaguardia di questo fondamentale diritto della persona in una società civile, ma non si è mai stati bersagliati da messaggi di ogni tipo, tra l’altro personalizzati (e qui sta il dubbio: da dove provengono i dati personali dei destinatari?), come in questi tempi. Se non si vuole vivere nella segretezza o anche solo nell’anonimato, non si vuole vivere neppure sotto i riflettori o le telecamere. Chiunque di noi - e un Massone in particolare - ama poter appartarsi e ritagliarsi dei propri spazi, senza essere continuamente spiato o invaso o disturbato. La reazione naturale di chi viene fatto oggetto di frequenti assalti è quella di difendersi, di chiudersi nel proprio guscio,magari persino di cingersi di un alone di mistero o di segretezza o almeno di diffidenza. È un atteggiamento diffuso e a volte rimproverato ai Fratelli, frutto sicuramente di una cultura della riservatezza e di una diffidenza dovuta alle persecuzioni religiose e laiche, morali e materiali del passato (anche recente), ma non di meno di questo clima di invadenza e di limitazione degli spazi della privacy di cui, a dispetto di tutte le leggi e le autority, siamo vittime. Mi sembrava giusto toccare questo tasto, non per suonare le campane a morto, ma per segnalare un guasto, per fa scattare un allarme. Se poi mi si chiede cosa si può fare concretamente, come si può difendere questo diritto violato quotidianamente, la risposta non è né sicura, né univoca. A volte si ha l’impressione che si debba ricorrere al «fai da te», ci si debba cioè difendere con le armi che la democrazia e la tecnologia ci mette a disposizione. Qualcuno però dirà che è proprio la tecnologia ad attaccarci (Internet e quant’altro), insidiando pesantemente la nostra privacy o negandoci il diritto a reperire informazioni che ci servono senza sottostare a continui messaggi pubblicitari o a volgarità di ogni genere. A questa obiezione non sapremmo cosa rispondere, se non dando il consiglio di attrezzarci e di agguerrirci sempre di più, magari cementando la nostra appartenenza alla Grande Famiglia Massonica e intensificando la nostra attività all’interno della stessa a tutti i livelli.
Filippo Di Venti

1 commento:

Blogger ha detto...

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