22 luglio 2013

- Monte Athos








La Repubblica monastica del Monte Athos è un territorio autonomo della Repubblica Greca, dotato di uno statuto speciale di autogoverno. Confina per una sottile striscia di terra con la Macedonia Centrale.
L'amministrazione del territorio è affidata a un collegio, che riunisce i rappresentanti dei 20 monasteri atoniti, alle cui dipendenze vi è un comitato esecutivo di quattro membri, presieduta a rotazione dal rappresentante di un monastero, il Protos. La Repubblica è soggetta alla giurisdizione ecclesiastica del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e a quella politica del ministero per gli affari esteri greco: lo Stato greco è infatti rappresentato da un governatore con l'incarico di sovrintendere all'amministrazione del territorio e di farne rispettare lo statuto, con responsabilità esclusiva per la salvaguardia dell'ordine pubblico e della sicurezza.
L'ingresso è sottoposto a una particolare giurisdizione restrittiva: per entrarvi è infatti necessario uno speciale permesso di soggiorno, il Dhiamonitirion, che permette di visitare Monte Athos per 4 giorni. Si può comunque richiedere in loco un'estensione per altri 2-3 giorni.
La Repubblica si trova nella lingua più orientale della Penisola Calcidica ed è abitata da circa 1500 monaci ortodossi distribuiti in 20 monasteri o laure, in 12 skiti (comunità di monaci singoli sorte intorno a chiese) e in circa 250 celle (eremi isolati). Tutte le skiti o le celle sono autonome per quel che riguarda la loro vita interna, ma ricadono sotto la giurisdizione di uno dei 20 monasteri principali per quel che riguarda i problemi generali della vita monastica e i problemi amministrativi.
Ognuno dei 20 monasteri elegge un proprio superiore e i rappresentanti per la Santa Assemblea, che esercita il potere legislativo su tutto il Monte Athos.
La principale delle due città è Karyes, che funge da capoluogo: qui hanno sede le istituzioni della repubblica monastica, la tesoreria, gli alloggi dei rappresentanti dei vari monasteri, la farmacia, le poste, un piccolo ospedale, alcune botteghe e una foresteria. Vi risiede anche il governatore dello stato greco. La città, al centro della penisola di Athos e a 375 m s.l.m., è stata costruita intorno al IX secolo, in un sito nelle cui vicinanze sorgeva nell'antichità un santuario dedicato alla dea Artemide. A Karyes è conservata il Tragos, un rotolo di pergamena redatto nel 971 dagli igumeni dei monasteri athoniti e controfirmato e sigillato dall'imperatore Giovanni Zimisce, che sancisce l'indipendenza perpetua del Monte Athos.
L'unico mezzo per arrivare in questa repubblica è il traghetto proveniente quotidianamente dalla città greca di Uranopoli: questo arriva al porto di Dafni, l'altro centro abitato della repubblica, da dove una corriera porta alla minuscola capitale. Per spostarsi tra i vari monasteri occorre fare affidamento sulle poche corriere, sui mezzi degli stessi monasteri, che all'occorrenza trasportano i visitatori, sui battelli che collegano i monasteri o le skiti sulla costa e, soprattutto, sulle proprie gambe. I sentieri, specie nella parte sud, sono spesso impervi e scoscesi, inadatti a chi soffre di vertigini.
Vi è un secondo battello, più piccolo, che collega i monasteri della costa est partendo dal porto di Ierissos. Viaggia solo in caso di bel tempo e quindi i collegamenti non sono sempre garantiti e sicuramente mai nella stagione invernale.
Esattamente come nel Sumo giapponese, trattandosi di un territorio abitato da monaci, per lunga tradizione in Monte Athos possono entrare solo uomini. Il controllo viene effettuato all'imbarco da Uranopoli e, se necessario, viene ripetuto all'arrivo a Dafni. Questo divieto è stato così rigoroso nel corso della millenaria storia dell'Athos, che solo poche volte è stato infranto: ciò è capitato, per esempio, durante la seconda guerra mondiale, quando un gruppo di partigiani comunisti greci, tra cui alcune donne, entrarono nella montagna sacra.
Il divieto si estende anche agli animali di sesso femminile, e ciò, per strano che possa apparire, è giustificato da un episodio assai spiacevole. I Valacchi profittavano della terra fertile dell'Athos per farvi pascere il loro bestiame, e s'insediarono sulla Santa Montagna portando con se le loro mogli, travestite da uomini. La presenza delle donne e le loro pressanti gentilezze crearono smarrimento e debolezze presso i monaci. I Valacchi furono allontanati, e per evitare il ripetersi di questa situazione, si pensò di interdire l'accesso di animali femmine sull'Aghion Oros.
I cani e i gatti di compagnia possono essere femminili corporalmente, ma i nomi che vengono loro dati sono sempre maschili.
Una delle caratteristiche principali del Monte Athos è che i visitatori sono ospitati dai vari monasteri. Per questa ragione il loro ingresso è limitato e l'accoglimento delle richieste può richiedere molti mesi. Solo il 10% circa dei 30.000 visitatori annui ammessi sono stranieri. È buona norma assicurarsi, mediante prenotazione, che il monastero dove si è previsto di fare tappa abbia posti disponibili nella foresteria. Non è infrequente, infatti, che pellegrini provenienti dal paese di origine dei monaci di quel monastero (ne esistono di Russi, Serbi, Bulgari eccetera) abbiano già riempito la foresteria. In tal caso il monastero è visitabile, ma occorre dormire in un altro luogo.
I visitatori vengono accolti al loro arrivo da un monaco che offre loukoumies, raki e acqua. Vengono poi accompagnati nella foresteria, dove si dorme in camerate con servizi comuni.
La vita interna e gli spostamenti tra i vari monasteri sono regolati dalla vita quotidiana monastica. Il tramonto, secondo l'antica consuetudine, corrisponde alla mezzanotte e i monaci si svegliano nella notte, all'ora sesta nel loro orologio tradizionale, per la preghiera. Il pranzo avviene verso le 11 e la cena verso le 17. I visitatori mangiano con i monaci e tutto si svolge in non più di 15 minuti, mentre un monaco legge le Scritture: mangiare, infatti, distrae dalla preghiera, scopo principale della loro vita. Naturalmente i visitatori, che si comportano da veri e propri pellegrini ortodossi, possono partecipare alle varie funzioni religiose.
L'Athos custodisce numerosi tesori artistici: antichi manoscritti, icone e affreschi dipinti dai più illustri rappresentanti della pittura bizantina, come Teofane il Greco e Manuele Panselinos.
Fin dalle origini, la Santa Montagna ha ospitato mistici e maestri spirituali, i cui scritti - assieme a quelli di molti altri autori cristiani - furono raccolti nella Filocalia, una celebre antologia del XVIII secolo, la quale ha influenzato profondamente il mondo ortodosso. L'ultimo monaco canonizzato (1988) della Santa Montagna è il mistico Silvano del Monte Athos (1866-1938), i cui scritti sono stati tradotti nelle principali lingue occidentali.


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